Carlo Mazzone, il professore di informatica presso l’Istituto di Informatica di Ceppaloni, potrebbe aggiudicarsi il Global Teacher Prize, una sorta di Nobel per l’insegnamento dove in palio un milione di dollari da utilizzare per la scuola.
Un professore di informatica tra i 10 migliori al mondo, il suo nome è Carlo Mazzone.
Il docente ha 55 anni e viene da Ceppaloni in provincia di Benevento, insegna all’istituto tecnico industriale “G. B. Bosco Lucarelli” nella città campana. Ora assieme ad altri 9 colleghi provenienti da tutto il globo prenderà parte alla finale del Globar Teacher Prize 2020, in palio non solo il titolo migliore nella professione ma anche un milione di dollari cash da investire in progetti destinati agli studenti.
Il progetto, gestito dall’UNESCO è giunto già alla settima edizione, e per la prima volta è presente un italiano nei 10 finalisti, alla competizione per il Nobel per l’insegnamento hanno partecipato 12mila insegnanti da 140 paesi diversi.
LEGGI ANCHE: Tre superprof lanciano appello alla scuola italiana: “Diamoci all’Imprenditorialità”
I complimenti sono arrivati anche dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina:
“Complimenti e in bocca al lupo a Carlo Mazzone, primo italiano a conquistare un posto nella decina finale dei migliori insegnanti del mondo. Mazzone insegna in un territorio difficile, ad alta disoccupazione e rischio di abbandono scolastico. Un territorio dal quale i giovani fuggono per trovare lavoro. Coi suoi progetti, questo brillante docente è riuscito a portare le sue studentesse e i suoi studenti a partecipare con successo a premi internazionali e locali sull’imprenditoria giovanile. Grazie Carlo per tutto ciò che fai e i miei migliori auguri per questo riconoscimento”.
La finale prenderà luogo il prossimo 3 dicembre presso il Museo di Storia Naturale a Londra, tra gli altri finalisti troviamo Jamie Frost (Inghilterra), Mokhudu Cynthia Machaba (Sudafrica), passando per Leah Juelke (Stati Uniti d’America) e Yun Jeong-hyun (Corea del Sud).
Una sintesi del pensiero educativo del professor Mazzone: “Occorre far perdere la diffidenza nei confronti del digitale. Un po’ come per la matematica. E occorre far capire che il digitale è uno strumento non un fine“