Negli ultimi tempi, si è assistito a un dibattito acceso riguardo alla validità e all’efficacia dell’assegnazione dei voti a scuola. Alcuni sostengono che i voti blocchino l’apprendimento, mentre altri suggeriscono di eliminare i voti in itinere mantenendo solo quelli finali. In questo contesto, è importante esaminare criticamente le ragioni contro l’abolizione dei voti e comprendere il ruolo cruciale che essi svolgono nel contesto educativo.
Una delle argomentazioni più controverse è che i voti bloccano l’apprendimento. Questa affermazione sembra basarsi su sperimentazioni limitate e generalizzazioni affrettate. Ignorare la diversità di situazioni, contenuti e modalità relazionali nel contesto scolastico può distorcere la percezione della realtà. È essenziale considerare che l’apprendimento è un processo complesso e multifattoriale, e i voti possono fungere da guida e feedback per gli studenti.
La proposta di mantenere solo i voti finali, eliminando quelli in itinere, solleva ulteriori preoccupazioni. Assegnare voti solo alla fine del percorso potrebbe risultare dannoso e arbitrario. L’approssimazione e la traduzione in voto del lavoro svolto durante l’anno forniscono indicazioni chiare e continuative sull’andamento degli studenti, consentendo loro di correggere eventuali lacune nel processo di apprendimento.
Una critica comune riguarda la presunta mancanza di spiegazioni da parte degli insegnanti quando si assegnano i voti. Ma sappiamo bene che la maggioranza degli insegnanti spiega e motiva le valutazioni, contribuendo così a una relazione educativa più approfondita. L’accento dovrebbe essere posto sulla personalizzazione delle spiegazioni piuttosto che su descrizioni standardizzate di “livelli di competenze”.
Alcuni sostengono che non sia possibile valutare tutto ciò che gli studenti fanno o producono. La valutazione riguarda sempre percorsi specifici, e esistono molte modalità intermedie tra la valutazione continua e quella finale. Una valutazione ben strutturata può offrire una panoramica completa dell’apprendimento degli studenti nel corso dell’anno.
Infine, l’accusa che gli insegnanti utilizzino i voti come un modo per evitare la responsabilità di valutare è infondata. Assegnare voti e spiegarli con tatto pedagogico rappresenta un impegno da parte degli insegnanti per fornire indicazioni chiare agli studenti sull’andamento del loro lavoro e sull’acquisizione di conoscenze.
In conclusione, il dibattito sulla validità dei voti a scuola è complesso e multifattoriale. Eliminare completamente i voti potrebbe compromettere la trasparenza, la continuità e la personalizzazione nell’ambito educativo. Un approccio equilibrato che tiene conto delle diverse esigenze degli studenti potrebbe essere la chiave per migliorare il sistema educativo.