“La refezione scolastica non riguarda il diritto all’istruzione ma un servizio meramente strumentale”. A dirlo è stato il Tar di Milano che ha quindi negato, di fatto, la mensa scolastica ai figli dei genitori che non pagano a retta. Questo è stato stabilito con la sentenza n.556/2018 pubblicata il 27 Febbraio. La refezione quindi è solo un servizio strumentale all’attività scolastica e si prefigura come un diritto, ma anche come un interesse.
Il Tar ha rigettato il ricorso contro il comune di Corsico, il quale non ha ammesso alla mensa delle scuole comunali i figli con genitori che non hanno pagato regolarmente la retta. C’è comunque l’eccezione per quei casi che riguardano una comprovata e documentata condizione di gravità socio-economica delle famiglie. Con i mancati pagamenti si è rinunciato ad un incasso totale di 1 milione e 227mila euro.
Il ricorso è stato definito come “inammissibile” dai giudici del Tar poiché è stato depositato dai cittadini del Comune, un’associazione e alcuni genitori (tra i quali però non figurano i morosi) non titolati a farlo. Coloro che hanno presentato ricorso non sono legittimati a farlo per il semplice fatto di non essere in una situazione di morosità nei confronti dell’amministrazione.
I giudici amministrativi hanno comunque fatto intendere che l’ente locale in questione non ha nessun obbligo ad istituire un servizio di mensa scolastico. Qualora decidesse di inserirlo, potrà decidere le fonti dei finanziamenti che potranno sfruttare sia le risorse comunali sia una parte dei contributi versati dagli utenti.
Il tar dunque stabilisce che la refezione a scuola non rientra nel “diritto all’istruzione” ma è solo strumentale all’attività scolastica. La mensa potrebbe quindi anche non essere istituita.