Nella Scuola di Bologna, una Nuova Realtà: gli Studenti che si Comportano Male Andranno “A Zappare L’Orto della Scuola”

In una scuola di Bologna, sta nascendo qualcosa di nuovo nell’ambito dell’educazione. La frase tradizionale “vai a zappare la terra” sta acquisendo un nuovo significato positivo, diventando un’opportunità per imparare.

All’interno della scuola, sono state dedicate delle aree specifiche per la coltivazione di ortaggi e verdure, e sono gestite dai 900 studenti stessi. Questa iniziativa mira a ridurre lo stress e ad aiutare gli studenti a riflettere sui loro comportamenti.

La preside, intervistata da La Repubblica, ha spiegato: “Il senso delle sanzioni è far riflettere gli studenti su ciò che hanno fatto. E niente può farlo meglio del contatto con la natura, certamente molto meglio che sospendere gli studenti.” Questa idea, oltre a promuovere il rispetto per l’ambiente e il lavoro di squadra, fa parte di un progetto più grande di educazione all’aria aperta.

Oltre all’orto, è stata creata anche un’aula all’aperto, un esempio di architettura sostenibile dove si svolgono le lezioni. Questo ambiente è ideale per insegnare materie come la letteratura, con gli studenti che possono studiare Dante ascoltando il canto degli uccelli, o meno poeticamente, il rumore degli aerei.

La risposta positiva degli studenti ha portato la scuola a creare un sistema di prenotazione gestito direttamente dagli studenti stessi per poter usufruire di questi spazi molto richiesti.

Questo progetto è stato sostenuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ed è nato grazie al bando Edugreen. La preside aveva da tempo l’idea di valorizzare gli ampi spazi verdi della scuola, e grazie al supporto di esperti, finalmente il sogno si è avverato. Oltre all’orto e all’aula all’aperto, sono state installate anche due opere per stimolare le esperienze sensoriali. La prima, chiamata “Humming stone” o la “pietra del bisbiglio,” è una roccia naturale modificata per sperimentare con la voce e capire la connessione tra voce ed emozioni. La seconda installazione, chiamata “You and Me,” è un gioco di specchi che sfida la percezione visiva, promuovendo la riflessione su punti di vista diversi e incoraggiando il dialogo e l’inclusione.

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