Si era chiusa nel silenzio dal 24 agosto 2016. Serena D’Amico, sopravvissuta al terremoto di Amatrice, in cui aveva perso la nonna, non aveva più parlato. Sconvolta dal trauma e dal dolore aveva perso la parola, per oltre un anno, fino a dicembre 2017, grazie ad un tema a scuola.
La sua insegnante Maria Flavia Perotti, docente di italiano, storia e geografia al liceo Classico «Varrone» di Rieti, ha raccontato la storia al «Messaggero». Nel dicembre 2017 appunto la professoressa aveva assegnato alla classe il seguente tema: «Inventa un racconto a piacere».
E in quel momento, davanti al suo foglio bianco, Serena ha rotto il suo silenzio, quel silenzio in cui si era rinchiusa per più di un anno. Queste le parole della ragazza: «Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della mia vita a volte un oggetto che ho davanti, o magari una persona, mi riportano a quel giorno. Il palazzo di mia nonna di tre piani era diventato un cumulo di macerie di due metri. Se la sera prima avessi saputo che l’avrei abbracciata per l’ultima volta, giuro che l’avrei stretta più forte e sarei rimasta con lei».
Nel suo racconto la professoressa ricorda anche quei momenti in cui in aula trattava l’argomento terremoto durante l’ora di geografia, e Serena «senza dire nulla usciva dalla classe. Non ho mai provato a fermarla. Dopo quel tema Serena si è sbloccata prendendo parte alle lezioni. Ha iniziato a raccontare della sua vita ad Amatrice, di com’era prima del terremoto e così via. Il tema ha segnato una sorta di rinascita».