A Nizhneserginskaya, nella regione russa di Sverdlovsk, la 22enne Alisa Tepikina è morta dopo aver dato alla luce la sua bambina a causa delle manovre errate di un’ostetrica, che le avrebbe strappato la placenta dall’utero, facendola prima finire in coma e poi causandole un infarto.
Ora si sta indagando per negligenza medica. Il padre della vittima, Dmitry Malyukov, 47 anni, ha dichiarato: “Mia figlia stava soffrendo, stava urlando dal dolore. Ma il dottore non ha prestato attenzione”. Dei conoscenti della famiglia, che fanno parte dell’equipe ospedaliera, erano presenti al momento del parto e hanno dato la loro testimonianza.
“L’ostetrica ha tirato il cordone ombelicale con troppa forza, il suo utero è stato invertito. Alisa ha urlato così forte da essere sentita in tutto l’ospedale. Quello che è successo è qualcosa da Medioevo. Le hanno provocato uno shock per il dolore, un’emorragia grave ed è finita in coma”.
In un primo momento si era pensato di trasportare Alisa in elicottero in un ospedale più attrezzato per poterla operare, ma la ragazza era troppo debilitata. Secondo la madre, la 42enne Svetlana Cheshko, ufficialmente la sua morte è stata causata da un grave shock attribuibile al dolore.
Dopo il parto, il marito di Alisa, Nikolay Tepikin di 22 anni, aveva portato la bambina in un altro ospedale a causa di un piccolo trauma al collo. Al suo ritorno gli hanno riferito che sua moglie si era “gravemente ammalata” e lo hanno portato da lei. La ragazza, però, era già deceduta.
Nikolay afferma: “I suoi occhi erano coperti dalle bende, la sua mascella era legata. C’erano tubi dappertutto per un respiratore polmonare, ma nessuna macchina nelle vicinanze. Ho allungato la mano per tenerle la mano. Era fredda”. Lyudmila, la nonna di Alisa, ha fatto sapere: “Ho chiamato l’ospedale e ho chiesto se Alisa avesse visto sua figlia prima di morire. Era importante per me saperlo. Mi hanno detto che ha sorriso quando l’ha vista“.