In Italia non esistono solo le metropoli, ma anche moltissimi piccoli paesi di montagna o immersi nel verde della campagna dove l’accesso alle strutture amministrative non è immediato come in città.
Le persone che vivono nei paesini sanno bene che spesso devono prendere l’autobus o un altro mezzo di trasporto per andare in città per delle commissioni di qualsiasi tipo, o per portare i figli a scuola. Solitamente in questi paesi le scuole sono poche e diventano un centro di aggregazione sociale in quanto gli abitanti dei paesi vicini decidono di mandare a studiare li i propri figli.
Molte di queste persone credono di frequentare le scuole più piccole d’Italia, ma non è così.
L’isola di Alicudi, nelle Eolie ha una microscuola, la scuola più piccola d’Italia e dell’intera Europa.
Abbiamo contattato la maestra Beatrice Zullo, che ha trascorso un anno in questa scuola prima di diventare insegnante di ruolo nel modenese.
“Quella scuola è davvero la più piccola d’Europa, era qualcosa che non avevo mai visto prima. Non è nemmeno una scuola, ma è una piccola casa che si affaccia sul mare che è stata trasformata in una piccola scuola. Ogni giorno per andare li dovevo percorrere 357 scalini e fare veramente tutto. Non c’è un bidello e tutta la gestione della scuola è nelle mani dell’insegnante.
La scolaresca era composta da due alunne, una di prima e una di terza. Quella di prima veniva a scuola assieme a me, l’altra con la mamma. Ho insegnato loro tutte le materie tranne inglese, e assieme alle mamme ci siamo anche occupate della pulizia. È stata veramente un’esperienza unica al mondo, non credo che un altro insegnante in Italia si sia trovato a gestire una situazione di questo tipo.
Non dovete però pensare che fossimo isolati dal mondo. Grazie a Internet abbiamo fatto delle video lezioni con altre scuole in Italia, per esempio abbiamo svolto un interessante lavoro sulla Costituzione con una scuola secondaria di Bergamo. Le bambine hanno subito capito che Internet è un mezzo potentissimo se usato nel modo migliore.
È stato veramente un anno particolare, e lo ricorderò per sempre nel mio cuore. A volte sogno di tornare li, in quella piccola isola mi sentivo molto di più al centro del mondo che in una grande città. La gente è diversa, ha una diversa idea della vita e del mondo, sono più spontanei e altruisti. Quella scuola è un piccolo patrimonio e sarebbe un peccato se andasse perso”.
Infatti il rischio è quello di non avere studenti (scongiurato dato che quest’anno sono ben 3), ma di non avere insegnanti. L’insegnante assegnata ha abbandonato l’isola dopo un giorno e non è ancora stato trovato un sostituto. Questa scuola è particolare e richiede un grande impegno, che spaventa molti insegnanti.
Quello che però fa rabbia è che una decina di insegnanti delle isole Eolie sono costretti a lavorare nel Nord Italia, invece di essere dirottati su questa scuola.
Speriamo che questa microscuola, assolutamente unica al mondo non chiuda i battenti.