In questi giorni su Facebook non si parla d’altro. Praticamente ovunque possiamo vedere la foto dell’ex ministro Salvini intento a citofonare. La vicenda ha quasi del surreale, ma è accaduta realmente. Questo però ha scatenato anche altre reazioni interessando le fazioni politiche avverse.
L’ex Ministro Salvini qualche giorno fa a Bologna ha citofonato ad un ragazzo tunisino. Fino qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse per le motivazioni. Salvini infatti ha chiesto al ragazzo che ha risposto al citofono se fosse realmente uno spacciatore. Il tutto ovviamente testimoniato dalle telecamere.
Ma cosa ha spinto un leader politico a compiere questo gesto pubblicamente documentato? Salvini sarebbe stato convinto da una donna che all’interno della palazzina abitava uno spacciatore. La signora è da anni molto attiva per la lotta contro la droga poiché suo figlio è morto per questo motivo.
Ovviamente il gesto di Salvini ha fatto molto discutere, proprio per questo motivo non sono mancate le repliche. Il consigliere regionale Marco Degli Angeli, del Movimento 5 Stelle, ha quindi colto la palla al balzo, dando “pan per focaccia” alla Lega.
«Sono qui i 49 milioni di euro che avete incassato illecitamente dal 2008 al 2010? Ho scoperto che basta suonare un citofono per risolvere i problemi , i cittadini ci hanno detto che qui ci sono 49 milioni, volevamo avere maggiori informazioni, per ripristinare il buon nome del vostro partito» questo è quanto detto dal consigliere tramite il citofono sito in Via Bellerio, dove si trova la storica sede della Lega.
Dunque decide di spiegare il suo gesto goliardico: «Ovviamente è una provocazione: non si risolvono i problemi degli italiani suonando ai citofoni. Mi aspettavo però che mi aprissero: avrei sollecitato il partito a fare massima chiarezza su questa vicenda che ha danneggiato tutti i cittadini»
Infine critica la scelta dell’ex ministro: «È chiaro però che Salvini non può permettersi di dare lezioni di morale e giustizia a nessuno e non può trasformare le piazze in tribunali. Non mi risulta che da Ministro dell’Interno Salvini sia stato così proattivo nel suonare il campanello a tangentisti, camorristi o a partiti che hanno incassato illecitamente rimborsi elettorali».