I compiti da svolgere a casa sono sempre stati al centro di un forte dibattito. Da un lato occorrono per fissare meglio i concetti imparati in classe (oppure per scoprire eventuali lacune), da un altro lato però è anche vero che gli studenti, una volta giunti a casa, sono esausti.
Se viene a crearsi questa duplice fazione composta da detrattori e sostenitori dei compiti a casa, è naturale che ci siano anche per quanto riguarda i compiti delle vacanze. I ragazzi devono continuare ad allenare la mente in questi giorni di festa oppure sarebbe meglio che riposassero in vista del nuovo anno?
Il Ministro Bussetti già ha le idee chiare, infatti ha annunciato: “Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole ad un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie. I compiti che gravano sugli impegni delle famiglie e quindi vorrei dare un segnale. Penso a questi giorni di festività e ai ragazzi e alle famiglie che vogliono trascorrerle insieme”.
Ovviamente, quanto detto dal Ministro, intende essere una sorta di consiglio. Ma i fraintendimenti però potrebbero nascondersi dietro l’angolo. La scuola dispone di una propria autonomia per quanto riguarda la libertà di insegnamento. Un intervento del genere rischierebbe di essere dannoso e compromettere l’intero sistema.
Perché? Perché il tutto rischia di trasformarsi in un’istruzione di Stato. A sottolineare quanto detto, ci pensa Stefano d’Errico, segretario Nazionale Unicobas: “È bene che Bussetti faccia il Ministro, il codice deontologico dei docenti lo devono scrivere i docenti. Sarebbe come se il ministro della sanità suggerisse ai medici i farmaci da prescrivere”.
Ha quindi aggiunto: “Bussetti dovrebbe far ben altro: intanto portare i docenti fuori dalla sfera impiegatizia e fornire al sistema scolastico programmi e ordinamenti degni di questo nome e validi per tutto il territorio nazionale, smettendola anche di pensare alla regionalizzazione”.