Internet, e soprattutto i social network, sono spesso demonizzati in ambito scolastico. I social infatti sarebbero visti come nocivi per l’apprendimento dal momento in cui riescono a fare una forte presa nei ragazzi, causandone addirittura la dipendenza.
Negli ultimi anni, come ormai è risaputo, gli smartphone fanno parte delle nostre vite in maniera immancabile e, con essi, anche le applicazioni social. Condividere foto e status ormai è una routine consolidata a cui difficilmente si possa rinunciare.
Capita però che i social possano dare un’importante contributo riguardo l’apprendimento, soprattutto se utilizzati in maniera creativa e costruttiva. A Firenze 100 studenti dei vari istituti sono stati chiamati per una singolare “sfida”: creare 14 profili fittizi di Instagram.
La cosa interessante è che questi profili rispecchiano 14 personaggi illustri studiati solitamente nelle scuole. Si passa da Dante a Manzoni, ma non vengono esclusi nemmeno i grandi filosofi come Seneca o Aristotele. Un vero e proprio esercizio di stile, dal momento in cui i ragazzi provano ad imitarne i comportamenti ed il linguaggio sui social.
A vincere la competizione sono stati gli studenti del liceo classico Galileo con il loro profilo di Alessandro Manzoni. Questo infatti è stato ritenuto il più “social” di Firenze. L’idea è nata da DataLifeLab, laboratorio di ricerca dell’Università di Firenze, insieme alla cooperativa di progettazione ReteSviluppo e alla startup tecnologica Kinoa.
Ecco una spiegazione del perché questo metodo di studio risulta divertente e funzionale: “Il metodo Social Challenge può tranquillamente entrare tra i banchi di scuola e aiutare a dare vita a personaggi, materie, nozioni. I social network, piuttosto che essere banditi dalle aule scolastiche, se saputi gestire attraverso format e metodi appropriati, possono divenire un valido strumento per il trasferimento dei contenuti studiati nel linguaggio del quotidiano, oltre che oggetto di discussione e riflessione. E’ questa la sfida che Kinoa e Data Life Lab lanciano a insegnanti e studenti, per una scuola ancorata al presente che non abbia paura dei social network ma li utilizzi con arguzia e creatività”