Altro giro, altra scuola, altra storia. Pochi mesi fa sono andato a Mantova, precisamente a San Giorgio, un piccolo comune di poco meno 10.000 abitanti. L’istituto comprensivo di San Giorgio, che fra poco andrò a raccontarvi, rientra nella classifica delle cinque realtà scolastiche più innovative d’Italia. A dirlo è l’organizzazione Ashoka, tramite il loro progetto Scuole Changemaker.
Ho scelto di andare fino a Mantova proprio per vedere alcuni aspetti d’insegnamento che mai avevo osservato prima. Durante il mio tour scolastico, infatti, ho avuto l’occasione di sperimentare le aule feng-shui e l’apprendimento delle classi capovolte nella scuola media; l’utilizzo del Debate e del cooperative learning tra i bambini della scuola materna e l’educazione robotica e l’orto didattico nella scuola elementare.
Prima però d’iniziare con il racconto, mi preme sottolineare di quanto questa scuola mi abbia sorpreso e arricchito professionalmente, e di come, molte volte, bastano poche componenti essenziali per realizzare una didattica divertente ed efficace. Le sperimentazioni e il confronto tra i docenti sono senz’altro la marcia in più dell’istituto comprensivo San Giorgio di Mantova.
In questo primo articolo vi racconterò solamente della scuola media di San Giorgio. Vi parlerò della filosofia feng-shui e dell’insegnamento del metodo delle classi capovolte, chiamato anche flipped classroom. Ma facciamo un passo indietro e partiamo dall’inizio.
Sono le 8.00 del mattino di martedì, la campanella suona e il mio tour per la scuola inizia. Conosco subito Corrado, un insegnante di sostegno e collaboratore del dirigente scolastico, una persona fantastica che sarà la mia guida per l’intera mattinata. Corrado mi spiega subito che una delle caratteristiche di questa scuola è la forte collaborazione che esiste tra i vari insegnanti, non solo per ampliare le loro competenze ma anche per migliorare l’ambiente nel quale lavorano.
Il clima è ottimo e l’edilizia scolastica è praticamente nuova. Amante dello sport facciamo subito il giro della palestra; uno spazio enorme dove vengono praticati decine di sport ma anche feste e spettacoli di fine anno. Subito dopo andiamo nell’aula di sostegno: un luogo sereno, allegro e con un armadio pieno di giochi. Corrado mi racconta che la filosofia di questa scuola è quella di cercare il più possibile di tenere gli alunni certificati in classe, insieme ai propri compagni. “E’ in aula che l’integrazione avviene maggiormente”. Risponde convinto.
Durante il mio tour noto che ogni classe ha qualcosa di personale, qualcosa che la contraddistingue. Ad esempio, c’è una classe terza che dalla prima media svolge lezioni didattiche impostate sull’IPad, grazie al progetto chiamato “in classe con l’IPad”. Oppure una seconda, che attraverso la didattica a isole svolge la maggior parte delle attività educative.
È una scuola molto particolare e allo stesso tempo giovane. Giovane perché girando per le varie aule ho spesse volte incontrato un sacco di ragazzi della mia età che lavoravano. Questo perché il precedente dirigente scolastico, nel 2001, è riuscito ad introdurre il servizio civile all’interno di questa scuola. Un servizio che viene considerato da tutti gli attori scolastici come una risorsa fondamentale e di assolutissimo rilievo. Per intraprendere il servizio civile nella scuola di San Giorgio, mi spiega la responsabile Antonella, è necessaria una motivazione molto forte. Non sempre vengono selezionati studenti che provengono dal mondo delle scienze della formazione o che sono avviati all’insegnamento, ma ad esempio, due anni fa, è stato assunto un ingegnere di 26 anni con una gran voglia di lavorare nell’ambiente educativo.
Adesso passiamo alla visita dell’aula Feng-Shui. Un’aula che risalta subito all’occhio, composta da pareti colorate, una Lim, da tavoli ad incastro con i quali si possono costruire vari tipi di forme e uno splendido acquario. La struttura dell’aula si predispone ad una grande flessibilità, per cui in base alla tipologia di lavori ci si può spostare come meglio si crede. Feng-Shui è una filosofia orientale. I colori delle pareti dei vari laboratori, infatti, sono scelti in base al pensiero di questa filosofia. Secondo questo pensiero, ogni colore stimola specifiche sensazioni ed emozioni diverse.
Precisamente nell’aula Feng-Shui conosco la classe terza sperimentale del progetto “in classe con l’IPad”. Un’occasione ghiotta per capire meglio questo sistema. Percepisco che tutti i ragazzi sono entusiasti di studiare con la tecnologia e con l’IPad in mano. (Chi non lo sarebbe?). Ho imparato che la multimedialità consente di lavorare in risposta a diverse modalità d’apprendimento. Ci sono ragazzi che sono più facilitati nell’apprendimento a livello visivo, chi preferisce la parte più discorsiva oppure chi predilige lavorare tramite le immagini. Diciamo che la multimedialità mette insieme tutti questi canali. Nessuno impara alla stessa maniera, così ognuno può apprendere come meglio crede. E Comunque, la carta viene sempre utilizzata, anche se l’IPad è uno strumento in più che aiuta i ragazzi a studiare ed imparare.
Il laboratorio di arte è un’aula molto singolare. È un luogo dove l’insegnate è riuscita a personalizzare a suo piacimento la conformazione fisica dello spazio educativo. In quest’aula troviamo un solo tavolo di grandi dimensioni dove i ragazzi si siedono intorno. L’insegnante di arte mi spiega che attraverso questa sistemazione c’è un controllo più vasto e allo stesso tempo gli studenti si sentono più liberi. Ci salutiamo con questa bellissima frase: “L’arte è il veicolo per le altre discipline, ma è anche uno strumento per far capire la bellezza delle cose”.
Siamo arrivati alla conclusione del tour, non mi resta che raccontarvi della Flipped classroom.
Conosco l’insegnante Maria Rosaria, la persona che più crede in questa sperimentazione. Mi spiega che il metodo della classe capovolta è una nuova metodologia che da qualche anno si sta diffondendo sempre di più anche in Italia. Praticamente si tratta di ribaltare il modello tradizionale di lezione, quello che tutti noi conosciamo: l’insegnante entra in classe, spiega, assegna i compiti e i ragazzi studiano a casa per poi essere interrogati a scuola. La modalità capovolta è l’opposto: il docente assegna ai ragazzi un tema nuovo per casa (generalmente) tramite una video-lezione di pochi minuti, il giorno dopo in classe l’insegnate riprende gli argomenti trattati nel video, si chiariscono i dubbi e le perplessità, poi si passa al lavoro concreto, che è prevalentemente di gruppo ma può essere anche individuale a seconda di esigenze e obiettivi specifici, con attività di approfondimento, quiz somministrati anche in forma di gioco o con degli esercizi più pratici, per finire con la somministrazione di un compito autentico ossia calato in un contesto significativo.
Durante la mattina della mia visita, dei ragazzi di una seconda media stavano svolgendo una lezione conclusiva di un’attività svolta in modalità “flipped”. Divisi in gruppetti di tre avevano il compito di inventare una favola e, al computer, realizzarla in forma di fumetto. Il percorso delle settimane precedenti era avvenuto attraverso l’assegnazione di una video-lezione per casa e dell’approfondimento del tema in classe. Alcune volte, mi spiega l’insegnante Maria Rosaria, i filmati assegnati possono essere un po’ più complessi: magari vengono inserite delle domande all’interno dei video oppure gli studenti hanno la possibilità d’interagire tra di loro scrivendo commenti, riflessioni o creando dei veri e propri dibattiti virtuali sui video proposti.
I temi che vengono scelti derivano anche dalla curiosità dei ragazzi, sentono parlare d’immigrazione, di politica internazionale, di emergenze ecc. In questi casi si instaura prima un dibattito in classe (fase propedeutica) e dopodiché viene dato il materiale per casa. Attraverso questo metodo i ragazzi si sentono più coinvolti a studiare. Le video-lezioni per casa si possono guardare ovunque e in qualsiasi momento, il lavoro è sicuramente meno pesate e più flessibile. È giusto sottolineare che non tutti gli argomenti vengono trattati con questa metodologia, a volte si svolgono anche le singole lezioni tradizionali.
In conclusione, durante il mio tour scolastico, Corrado mi ha mostrato le parti più significative del loro agire quotidiano. Ho così potuto osservare la scuola di tutti i giorni. Quella bella, sincera ed imprevedibile.
Curiosità:
- I custodi indossano tutti una pettorina blu per una migliore visibilità.
- In tutta la scuola sono presenti sensori per le luci, per una migliore comodità e un maggior risparmio energetico.
- Nella scuola San Giorgio troviamo tanti docenti maschi.
— Francesco Gengaroli, profilo facebook