I bambini sono dei piccoli scrigni chiusi a chiave. Nello scrigno vi è tutto il loro potenziale cognitivo ed emotivo, vi è amore, sogni, fantasie e desideri.
Affinché tale scrigno possa aprirsi per mostrarsi al mondo è necessario che qualcuno lo apra. Quelle chiavi preziose sono affidate temporaneamente ai genitori che potranno schiudere il tesoro solo dando amore e fiducia al proprio bambino.
Un genitore deve avere fiducia nelle capacità del figlio e alimentarne i sogni. I nostri piccoli hanno bisogno di sapere che, nonostante tutte le difficoltà che la vita metterà loro davanti, impegnandosi, potranno arrivare a raggiungere tutti gli obiettivi che si prefiggono.
Nel momento in cui il bambino nutre dei dubbi, se ha difficoltà nello svolgere determinati compiti e se ciò mina la sua autostima, dovete intervenire aiutandolo ad aprire il suo scrigno e mostrandogli tutto il tesoro che possiede al suo interno.
L’apprendimento autoregolato e l’intelligenza emotiva
Daniel Goleman definisce l’Intelligenza Emotiva come la capacità di usare le emozioni con intelligenza, identificandole, comprendendole, gestendole per riuscire ad affrontare meglio la vita.
Le emozioni hanno una forza dirompente che a volte può ostacolarci rendendo difficile il raggiungimento degli obiettivi che ci prefiggiamo, ad esempio paralizzando la nostra capacità di agire o di decidere razionalmente. Adeguatamente gestite, possono però aiutarci a rafforzare la nostra resilienza e ad aiutarci a comunicare in maniera efficace.
La colonna portante dell’intelligenza emotiva è proprio l’apprendimento autoregolato: ciò significa che le strategie che un bambino sviluppa nel processo di apprendimento produrranno un maggiore benessere interiore e, di conseguenza, lo aiuteranno a comprendere con più facilità le proprie ed altrui emozioni.
Un genitore ha il dovere di prestare grande attenzione alle competenze sociali ed emozionali proprie e dei propri figli, coltivando con impegno queste abilità del cuore.
Sono proprio le competenze emotive a predire il successo nella vita dei nostri figli in modo molto più affidabile del rendimento scolastico. La vita dei nostri figli non può però esulare dal contesto scolastico, dato che per circa un ventennio della loro vita frequenteranno gli ambienti accademici.
Ed è proprio l’esperienza scolastica a giocare un ruolo di fondamentale importanza nella crescita emotiva del bambino. Il genitore riveste il ruolo di mentore per il proprio figlio e deve aiutarlo ad identificare e riflettere sui suoi pensieri, sui punti di forza e di debolezza. Il piccolo deve essere sostenuto quando i sentimenti che scaturiscono dall’incomprensione, dall’incapacità di concentrazione, dall’impossibilità di risolvere un problema, incombono nella sua vita.
Il processo di auto-regolamento verrà quindi alimentato e rafforzato e tali benefici ricadranno sul processo di apprendimento rendendolo attivo e costruttivo.
Se un bambino è convinto di riuscire ad imparare le tabelline, riuscirà a farlo. Per raggiungere tale obiettivo, però, deve ricevere messaggi incoraggianti da parte dei genitori, fratelli, nonni ed insegnanti. Le nostre aspettative degli adulti di riferimento determineranno il raggiungimento degli obiettivi da parte del bambino, che si sentirà incoraggiato e sostenuto. Bisogna trasmettere ai piccoli la semplice regola che non c’è un solo modo giusto di fare le cose e che gli obiettivi si possono raggiungere percorrendo anche strade diverse da quelle imposte dal sistema educativo.
Bisogna fare in modo che, giorno dopo giorno, le bambine e i bambini, le mamme e i papà, le maestre e i maestri imparino che, anche se dobbiamo insegnare ai più piccoli a seguire alcune regole educative, si può anche spaziare al di fuori di esse e disegnare, scrivere, recitare, osservare, parlare… Ogni percorso genera fiducia, la quale è sempre accompagnata dalla perseveranza.
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In che modo un genitore può stimolare l’autostima del figlio?
Di certo, il modo migliore per far sì che i nostri bambini abbiano un sano sviluppo è quello di garantire loro un ambiente equilibrato, fatto di amore e comprensione, ma anche di regole.
1. Utilizzare un linguaggio positivo, affettuoso e gentile, è sicuramente il primo passo per garantire loro un sano equilibrio affettivo.
2. Raccontare storie che rafforzino le loro abilità introspettive può aiutarli a capire che i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti sono determinanti nella vita. Attraverso i racconti sono facilitati nel comprendere il mondo in cui vivono.
3. Migliorare il loro dialogo interiore: incoraggiarli dicendo loro cose positive su loro stessi e correggendo i commenti negativi che si rivolgono. I bambini hanno bisogno di elogi sinceri incoraggiando i loro comportamenti positivi. Le critiche però vanno fatte in privato.
4. Sostenerli nella tolleranza alla frustrazione ed insegnare loro ad essere orgogliosi anche dei più piccoli successi.
5. Coinvolgerli nelle dinamiche familiari, affidando loro compiti importanti e che possono svolgere. È importante che si sentano indispensabili per la famiglia e che capiscano che abbiamo un’alta considerazione delle loro opinioni.
6. Aiutarli a socializzare con i propri pari evitando di essere iperprotettivi e mettendosi da parte.
7. Educare con l’esempio: mamma e papà devono essere un buon modello di autostima.
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Ogni bambino è fatto a suo modo. Nessuno è perfetto ma sono tutti ugualmente meravigliosi. Aiutiamoli ad amarsi e ad avere fiducia nelle proprie possibilità: solo così potremo avere adulti equilibrati e capaci di dare e ricevere amore.
Complimenti a chi ha scritto l’articolo. Condivido a pieno!!!!