Un giovane padre, malato terminale, uccide suo figlio adolescente, convinto che nessuno avrebbe saputo accudirlo dopo la sua morte. Succede in Russia, un dramma nel dramma, ma la notizia arriva ovunque e getta nello sconforto. Come può un genitore fare una cosa del genere? La linea fra la follia e la disperazione è spesso troppo sottile perché possa essere netta e definita.
Il tabloid britannico Mirror racconta questa tragica cronaca moscovita. Oleg Drachev – questo, il nome dell’uomo – è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso il figlio tredicenne, Ilya. Lo avrebbe fatto nel sonno, mentre il ragazzino dormiva, e poi avrebbe provato a pugnalare anche la moglie, che però è riuscita a salvarsi. La motivazione ha del surreale: era convinto che, dopo la sua morte, la moglie non sarebbe stata una brava mamma single e il figlio sarebbe rimasto senza accudimento.
La diagnosi di un tumore al cervello incurabile aveva gettato nel panico Oleg, la cui vita scorreva tranquilla fra famiglia e lavoro. Ingegnere, il quarantenne aveva anche prestato servizio nell’esercito. Conosciuto da amici e parenti come una brava persona, innamorato della famiglia, Oleg trascorreva tutto il suo tempo libero con il suo unico figlio.
La malattia, però, pare l’abbia trasformato. E nel peggiore dei modi. Come completamente impazzito, ha aspettato che la moglie andasse a lavorare e ha pugnalato l’amato figlio, convinto – dirà lui stesso agli inquirenti – che nessuno se ne sarebbe curato come aveva fatto lui fino a quel momento. La tragica scoperta, al rientro della moglie dal lavoro: la donna ha trovato il figlio morto a letto. A quel punto, Drachev ha provato a uccidere anche lei, ma senza successo. La moglie è riuscita a chiuderlo in bagno e a chiamare quindi la polizia.
In questo momento l’uomo si trova ricoverato in un ospedale psichiatrico di Mosca, pur restando a disposizione degli inquirenti.