Può capitare che un bambino si comporti male e venga punito. Può capitare anche che la scuola chiami a casa per avvisare dell’accaduto i genitori. Ma quanto è successo a madre e figlia ha dell’incredibile.
Conni Ramstad un giorno è stata chiamata al telefono dalla scuola di sua figlia di otto anni, Alegra. La bambina si era comportata male, aveva minacciato un compagno di classe. Conni all’inizio si è arrabbiata molto, si sentiva delusa e tradita da sua figlia. Allora è andata a scuola a prendere Alegra e a ricevere spiegazioni per quel comportamento.
Arrivata a scuola, però, ha capito che le cose stavano diversamente, ed è rimasta a bocca aperta. Tanto per cominciare, sua figlia non aveva minacciato nessuno, si era soltanto difesa dopo un atto di bullismo ai suoi danni. Ma cosa più importante, la punizione inflitta alla piccola Alegra.
Alegra era stata rinchiusa in una stanzetta di neanche tre metri, una vera e propria cella di isolamento. La bambina piangeva terrorizzata, aveva pianto per ore e nessuno era andato da lei.
Conni non ha perso, tempo ha scattato una foto a quella scena impietosa e ha portato a casa sua figlia, che ha continuato a piangere e non è uscita per tre giorni consecutivi, traumatizzata.
Conni ha cambiato scuola ad Alegra e si è rivolta ad un avvocato per denunciare l’accaduto: privazione dei diritti civili. Non sappiamo come andrà a finire in tribunale, ma in ogni caso non è questo certo il modo di educare un bambino.