L’Ocse tira le orecchie all’Italia a causa del Pil pro capite troppo basso dovuto alla Pandemia, e suggerisce come risalire la china.
Il primo passo da fare, secondo l’organizzazione francese, è di riorganizzare la pubblica amministrazione per migliorarne le prestazioni. Si trova d’accordo Renato Brunetta, Ministro della Pa, che ha ribadito: “Ne siamo talmente convinti che vanno in questa direzione tutte le riforme che abbiamo già varato e quelle che approveremo nelle prossime settimane, dai concorsi alle semplificazioni. Non ci sono più alibi e non c’è più tempo, i paladini dell’immobilismo se ne facciano una ragione. Lo dobbiamo a cittadini e imprese, che meritano servizi migliori, e a tutti i dipendenti pubblici che ogni giorno servono lo stato con disciplina e onore“.
Daniele Franco, Ministro dell’Economia, dichiara che “la crisi rischia di far calare ulteriormente i tassi di occupazione, già bassi, e di rafforzare le diseguaglianze, soprattutto per chi ha uno scarso livello di competenze e un basso livello di formazione continua ed è stata aggravata da preesistenti debolezze delle nostre economie, in particolare del sistema sanitario, della rete di protezione sociale e dell’efficienza della pubblica amministrazione“, ma aggiunge che stanno arrivando “politiche di lungo termine per assicurare che la ripresa sia inclusiva“.
Per arginare la disoccupazione, secondo l’Ocse, occorre “un’efficace fornitura di servizi di istruzione, impiego pubblico e attivazione del mercato del lavoro può aiutare a mitigare le discrepanze nelle competenze e nella ricerca di lavoro, in particolare per i giovani e altri lavoratori vulnerabili. Ciò richiede il superamento degli ostacoli al coordinamento tra vari livelli e agenzie di governo e la considerazione delle priorità di finanziamento. Allo stesso tempo, la riduzione della complessità del sistema fiscale, l’ampliamento della sua base e gli sforzi continui per migliorare l’amministrazione fiscale migliorerebbero l’efficienza e l’equità della struttura fiscale per sostenere meglio l’occupazione e la crescita“.
Per quanto riguarda il fisco bisogna “ristabilire la tassazione sulla residenza primaria, con esenzioni per le famiglie a basso reddito” e “ridurre le esenzioni“. Più in generale c’è da “razionalizzare le spese fiscali in base all’efficacia, di semplificare le fasce Iva; di accelerare l’aggiornamento dei valori catastali” e “migliorare il coordinamento tra le agenzie fiscali e le altre agenzie di regolamentazione, per facilitare un approccio olistico alle indagini basato sul rischio“. E’ utile quindi “consolidare tutti gli incentivi all’assunzione in un taglio permanente dei contributi previdenziali per i primi 3 anni a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato”.
Infine occorre “rimuovere gli ostacoli legali al telelavoro”, “aumentare la consapevolezza e le competenze dei manager per supportare la diffusione tecnologica, l’innovazione e il miglior utilizzo della forza lavoro”, introdurre “riforme complete delle banche cooperative e mutue” e “riforme complete del regime di insolvenza, compresa l’attuazione di nuovi codici di insolvenza posticipati”.