Un anno fa, presso l’Istituto “Viola Marchesini” di Rovigo, la signora Maria Cristina Finatti, insegnante di scienze, è stata coinvolta in un episodio di bullismo che ha suscitato un notevole interesse a livello nazionale.
Gli studenti della classe hanno preso di mira la docente lanciandole dei pallini di gomma, un atto crudele che è stato documentato attraverso video realizzati con i cellulari. Questo spiacevole episodio ha messo in evidenza la vulnerabilità degli insegnanti di fronte a comportamenti inaccettabili da parte degli studenti.
Nonostante l’esperienza traumatica, la signora Finatti non si è arresa. Con determinazione, ha deciso di intraprendere azioni legali contro i tre ragazzi di 15 anni responsabili di tale gesto. Il tribunale dei minori di Venezia ha suggerito una mediazione penale, un processo mirato a facilitare la comunicazione e a favorire la riparazione del danno senza ricorrere al processo legale. “Se ci sono responsabilità, è giusto che se ne facciano carico“, afferma la signora Finatti, sottolineando quanto sia importante che i giovani assumano le proprie responsabilità.
Nonostante l’incidente, la signora Finatti ha continuato a svolgere il suo ruolo di insegnante nella stessa scuola, anche se in una classe diversa, dimostrando una notevole forza d’animo e dedizione al suo lavoro educativo. La sua vicenda è diventata un simbolo nella lotta contro il bullismo e gli abusi nelle scuole.
Il dibattito si è riacceso quando, lo scorso giugno, è emerso che gli studenti coinvolti avevano ricevuto voti elevati in condotta nonostante l’incidente. Questo ha sollevato interrogativi sulla coerenza e l’efficacia del sistema di valutazione comportamentale nelle scuole. Dopo l’intervento del ministro Valditara, i giudizi sono stati riesaminati e abbassati, mettendo in luce la necessità di prestare maggiore attenzione ai valori etici nella valutazione degli studenti.