Nel salernitano, è definitivo il licenziamento di una maestra, in possesso di diploma magistrale, che dopo anni di supplenza aveva finalmente raggiunto il tanto agognato ruolo.
La decisione dell’ufficio scolastico è avvenuta a seguito della sentenza emessa dalla corte di Appello, che ha ritenuto illegittimo l’inserimento della maestra nella Graduatoria ad esaurimento, non ritenendo sufficiente il possesso del solo diploma. Venendo meno l’inserimento, è venuto meno anche il ruolo e il rapporto di lavoro con l’Amministrazione instaurato il 1° settembre 2017.
Casi simili si erano già verificati per alcuni docenti di Pistoia nel corso dell’anno scolastico 2016/2017.
Questo provvedimento è stato emesso prima del cosiddetto “DECRETO DIGNITÀ”: provvedimento grazie al quale è previsto che l’applicabilità delle sentenze di merito per i diplomati magistrale sia differita fino a 120 giorni dall’emanazione, per evitare ritardi in fase di avvio dell’anno scolastico 2018/2019, qualora le sentenze fossero emesse durante l’estate.
La docente in questione, grazie al suo titolo di diploma magistrale, potrà continuare a lavorare nella scuola ed accedere alla prova concorsuale per ottenere il ruolo, allo stesso modo di tutti gli altri docenti.
L’unica ingiustizia qui è quella commessa verso i docenti (anche diplomati magistrali) VINCITORI DI CONCORSO che si sono visti scavalcati da persone che per ottenere il ruolo hanno preferito intraprendere la strada dei RICORSI piuttosto che mettersi a studiare per superare un concorso pubblico.
È necessario fare chiarezza sulla vicenda:
QUESTIONE diplomati magistrali in 5 punti – ovvero
PERCHÉ UN INTERVENTO LEGISLATIVO A FAVORE DEI DIPLOMATI MAGISTRALI RISCHIA DI DANNEGGIARE IL SISTEMA SCUOLA
1. La sentenza n. 11/2017 prodotta dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria riguarda esclusivamente i diplomati magistrali che vorrebbero avere accesso alle Graduatorie ad Esaurimento (GaE) puntando sul possesso del solo diploma magistrale conseguito entro l’Anno Scolastico 2001/2002.
Secondo la legge (D. M. 341/1990, D.Lgs. 297/1994, d.P.R. 323/1998) il diploma magistrale è un titolo di studio idoneo a consentire la partecipazione alle sessioni di abilitazione all’insegnamento o ai concorsi per titoli ed esami, ma di per sé NON CONSENTE L’IMMEDIATO ACCESSO AI RUOLI.
Per avere diritto ad essere immessi nelle GaE i diplomati magistrali che oggi manifestano avrebbero dovuto abilitarsi attraverso gli appositi corsi previsti dal D.L. 97/2004, in alternativa partecipare alle sessioni riservate del 1999 oppure essere in possesso di altri titoli, come la Laurea in Scienza della Formazione Primaria vecchio ordinamento.
I diplomati magistrali che stanno manifestando, al differenza dei loro colleghi che hanno rispettato l’iter normativo, stanno di fatto chiedendo di conseguire l’inserimento in graduatoria senza averne diritto.
2. Il termine “licenziamento di massa” adoperato dai mass media è fuori luogo.
Il MIUR non ha affatto deciso, all’improvviso, di licenziare i diplomati con i quali ha forzatamente stipulato dei contratti di lavoro imposti dai ricorsi: il MIUR non ha mai voluto stipulare tali contratti, essendosi sempre battuto in sede Giudiziaria CONTRO i ricorsi presentati dai diplomati magistrali.
Ad oggi la Giustizia ha dato ragione al MIUR.
È stato appurato nella sentenza n. 11/2017 che quei contratti NON dovevano essere stipulati e si auspica che la legge venga rispettata con conseguente interruzione dei suddetti contratti, sottoscritti per ordine giudiziario.
3. In precedenza non era stata emessa nessuna “sentenza” a favore dei diplomati magistrali ma solo alcuni “cautelari” nell’attesa che la questione venisse approfondita e decisa nel merito (un atto fatto a loro tutela mentre veniva presa la decisione finale).
4. Le scuole NON resteranno chiuse senza i diplomati magistrali.
I diplomati cederebbero semplicemente il loro posto in graduatoria a coloro che hanno conseguito il diritto di occuparlo, a seguito dei sacrifici e della dedizione profusi per adeguarsi alla Legge.
5. Ripercussioni sociali.
I diplomati che oggi manifestano tirano in ballo le ripercussioni che l’applicazione della Legge avrebbe sulle loro famiglie.
La permanenza dei diplomati nelle GaE ha ripercussioni su un numero di famiglie pari al doppio, poichè penalizza le posizioni di chi ha il pieno diritto ad esserci: vincitori di concorso, laureati SFP, GaE storiche, che in totale contano oltre 100mila persone.
CONCLUSIONI – I rischi di un intervento legislativo a favore dei diplomati magistrali.
È necessario che il Ministero rispetti quanto affermato dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria nella Sentenza n. 11/2017.
NON c’è nessun licenziamento di massa dato assunzioni sono state imposte dai ricorsi, NON c’è alcun rischio di chiusura delle scuole se ci sono migliaia di persone più qualificate e disponibili a lavorare, NON sono di certo i diplomati magistrali ad essere penalizzati dato che altre categorie hanno più meriti e titoli secondo legge.