L’assenteismo sul posto di lavoro è sicuramente una piaga da combattere. Per stanare i “furbetti del cartellino” quindi è giusto e necessario utilizzare tutti i mezzi a disposizione. È necessario però che questi sforzi siano ben indirizzati, altrimenti tutto risulta vano.
Nel disegno di legge Concretezza, (voluta dalla Ministra Bongiorno) già approvato al Senato, si prevede di utilizzare dei mezzi di rilevazione dei dati biometrici: impronta digitale o controllo dell’occhio. Questo servirà per controllare la reale presenza del dipendente.
La cosa paradossale è che questo procedimento verrà applicato anche nei confronti dei docenti. Ma perché paradossale? Perché i docenti sono la categoria di lavoratori meno assenteista: 80 casi di assenteismo l’anno su circa un milione di docenti e Ata. Questo quindi si traduce in uno sperpero di denaro e di energie che potrebbero essere impiegate diversamente.
Verranno spesi dunque svariati euro per stanare una percentuale irrisoria di docenti assenteisti. È bene anche ricordare che, qualora un docente non si presenti a lezione, è facilmente riscontrabile: tutti gli alunni sono testimoni.
I sindacati ovviamente sono contro a questa procedura, tant’è che si appellano a Bussetti in modo tale che venga inserita una deroga per la scuola: «Siamo a un vero e proprio assurdo, ed è stupefacente che un governo autorizzi la stipula di un contratto in cui si riconoscono autonomia e flessibilità nella gestione del proprio orario di servizio, e poi ipotizzi addirittura il ricorso a sistemi di verifica biometrica e di videosorveglianza per contrastare presunti rischi di assenteismo».