Una decisione radicale che farà discutere quella presa dalla regione Lazio per arginare i contagi del Covid in attesa del vaccino, l’assessore regionale alla sanità Alessio Damato spiega che serviranno almeno altri tre mesi di rigidità con locali chiusi in tutto il Lazio.
Una scelta dura quella della regione Lazio per contrastare la diffusione del Coronavirus. L’assessore regionale alla sanità Alessio Damato spiega in un’intervista rilasciata al Messaggero che saranno necessari altri tre mesi prima di allentare le misure, ora l’obbiettivo è quello di far scendere l’Rt a 0,5 entro gennaio, ma non sarà facile con le festività alle porte.
CONTAGI STABILI MA ALTI
Ancora lunga l’attesa per un cambio delle misure, nel frattempo sarà necessario continuare a prendere le dovute precauzioni per evitare la terza ondata. Nel Lazio sono 1500 i casi registrati ogni giorno, la curva sta calando, ma il numero è comunque alto considerando i dati di settembre.
D’Amato è molto chiaro riguardo a bar, pub e ristoranti: “Questa è una corsa lunga. Bisognerà correre ancora 3 mesi, almeno. Perché il virus circola, l’Rt non è sotto controllo e per la campagna di vaccinazione ci vorrà tempo”.
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“Naturalmente ci saranno interventi per le attività che rimarranno chiuse, come per le palestre, per il mondo della cultura, per il commercio ambulante dei mercati. Una cosa deve essere chiara: le misure adottate sono e saranno sempre proporzionali alla situazione dell’epidemia. Nel Lazio siamo stati prudenti e Roma oggi è tra le capitali europee che, pur con molte difficoltà, hanno sofferto meno, grazie al rigore dei comportamenti e anche alle misure che abbiamo adottato. Ora bisogna proseguire”.
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IN ATTESA DEL VACCINO
E riguardo il vaccino aggiunge: “L’obiettivo è arrivare all’immunità di gregge, la copertura vaccinale deve essere superiore al 70%. Sarà una campagna complicata, dato il numero di persone coinvolte, durerà fino al termine del 2021. Partiremo con i vaccini al personale sanitario negli hub ospedalieri, poi quando arriveremo in tarda primavera al picco della campagna, ci sarà bisogno di tutte le forze possibili, dai 4mila medici di medicina generale alle 1.500 farmacie”.