Nel ventunesimo secolo possiamo considerarci fortunati per le moderne tempistiche lavorative. Si lavora in media cinque giorni alla settimana per un massimo di 8 ore al giorno circa. Un lusso, potremmo dire, rispetto alle dieci-dodici ore di lavoro del secolo scorso.
Le attuali condizioni però continuano a stressare mentalmente e fisicamente il lavoratore. Preoccupanti sono le tendenze che si registrano sui luoghi di lavoro: meno del 20% degli statunitensi abbandona la propria scrivania nell’orario di punta.
Fenomeni analoghi si verificano anche nel Regno Unito dove il professor John Ashton rivendica con forza la necessità di introdurre la settimana corta. Questi nuovi orari di lavoro hanno registrato numerosi benefici e sono stati attuati in diverse zone del mondo, come ad esempio in Svezia.
Qui, le quattro giornate di lavoro sono state sperimentate sin dal 2015 e coincidono con meno giorni di malattia per i lavoratori. La riduzione delle ore di lavoro favorisce anche il beneficio dell’ambiente: è stato calcolato infatti che ridurre anche solo del 10% le ore di lavoro di una persona abbassa del 15% la sua “impronta di carbonio” che è il parametro utilizzato per calcolare le emissioni di gas serra di ciascuno di noi.
Si è dimostrato che anche la produttività del lavoro incrementa in maniera positiva. Ci sono quindi tante buone ragioni per provare a cambiare la nostra attitudine verso il lavoro.