Trovare lavoro in Italia diventa, giorno dopo giorno, sempre più complicato. Diversi sono i fattori che influenzano questo trend: orari di lavoro massacranti e bassa retribuzione, titoli di studio non sufficienti e poca esperienza sul campo. Questi sono solo alcuni dei motivi che impediscono ai giovani di lavorare regolarmente.
Ma uno dei più grandi problemi italiani ha un nome: Skill Mismatch. Cosa significa? Significa che nel nostro paese c’è un altissimo disallineamento tra le discipline scelte dai ragazzi che intraprendono il percorso universitario e le esigenze del mercato del lavoro.
Questo è dimostrato da un recente studio realizzato da Anpal e Unioncamere. Il 31% delle aziende ha riscontrato parecchie difficoltà nel reperire i dipendenti. Addirittura 1,2 milioni di nuove assunzioni erano previste per il 2019.
Sempre parlando di università, lo studio rivela che l’Italia è il paese europeo con la più bassa percentuale di laureati. Come se non bastasse, gli studenti laureati hanno un tasso di disoccupazione superiore ai paesi europei economicamente simile al nostro.
Massimo Anelli, economista della Bocconi, spiega che questa situazione si è andata creandosi a causa di una scarsa informazione in relazione ai percorsi universitari. Questo quindi ha permesso agli studenti di intraprendere un’università basandosi sulle sole preferenze individuali.
Facendo un paragone con la Germania si riscontra che lì i laureati sono per lo più informatici, ingegneri ed economisti; in Italia sono per lo più laureati in scienze sociali e in discipline artistiche e umanistiche.
Come se non bastasse, in Italia è presente un duplice problema: i lavoratori sono sia sovra-qualificati che sotto-qualificati. La carenza di laureati rende l’offerta di lavoro italiana sottoqualificata, mentre i lavoratori con lauree specifiche intraprendono carriere lavorative in micro-imprese con produzioni a basso valore aggiunto.