L’elisir di lunga vita è stato scoperto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati austriaci dell’istituto NAWI presso l’Università di Graz, che hanno collaborato con colleghi del Leibniz Research Institute for Environmental Medicine di Düsseldorf (Germania), dell’istituto INSERM di Parigi, dell’Università di Berlino e di altri centri e atenei europei.
I ricercatori, coordinati dal professor Frank Madeo, docente presso l’Istituto di Scienze Biologiche Molecolari dell’ateneo di Graz hanno trovato una sostanza ‘miracolosa’ nelle foglie dell’Angelica keiskei una pianta diffusa in Giappone conosciuta con il nome di ashitaba (foglia del domani). Da tempo ne sono note diverse proprietà benefiche legate alla medicina tradizionale asiatica.
Gli autori della ricerca hanno testato che la molecola, un flavonoide chiamato 4,4′-dimetossixalcone (DMC), favorisce l’attivazione dell’autofagia, un meccanismo biologico individuato dallo scienziato giapponese Yoshinori Ohsumi (Premio Nobel nel 2016) che è alla base della pulizia delle cellule.
In altre parole, attraverso l’autofagia vengono rimossi gli scarti di proteine, le componenti cellulari degradate e altri materiali ‘inutili’ che successivamente vengono trasformati in energia. Il processo diventa meno efficiente con l’invecchiamento, e quando si “inceppa” può essere alla base di malattie serie come il cancro.
Sperimentato su topi colpiti da ischemia miocardica prolungata, una condizione che riduce il flusso sanguigno, il flavoinoide dell’Angelica keiskei ha dimostrato di proteggere i tessuti. Secondo Madeo e colleghi è la prova che la molecola favorisce l’autofagia e che quest’ultima gioca un ruolo fondamentale contro i processi dell’invecchiamento.
Benché abbia funzionato anche su cellule umane, prima di arrivare a una vera e propria terapia “anti-aging” saranno necessari ulteriori anni di studio. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Nature Communications.