La diffusione di internet ha portato ad una circolazione più rapida di ogni tipologia di notizie. L’altra faccia della medaglia però è che queste notizie, in molti casi, potrebbero essere delle notizie false: Fake News.
Finché si tratta di notizie, con qualche breve ricerca si può scoprire la veridicità della stessa. Ma quando si tratta di foto manipolate? In questo caso la situazione si fa particolarmente complessa perché le nuove tecnologie permettono di modificare foto e video in maniera verosimile, riuscendo ad ingannare, come rilevato dal Rapporto Censis, almeno 1 italiano su 2.
Ma come risolvere questa situazione? La soluzione ci viene offerta da due startup: l’americana Truepic e la britannica Serelay. Entrambe stanno lavorando a delle app gratuite per smartphone in grado di verificare l’autenticità delle foto analizzate.
Ogni foto diventata virale può essere confrontata con quella ritenuta originale. Vengono dunque analizzate, confrontate ed evidenziate eventuali differenze. Alla foto viene dunque aggiunta una filigrana che mostra le suddette differenze.
Jeff McGregor, di Truepic, spiega: «Dal momento in cui si preme il pulsante dell’otturatore ci vogliono circa 12 secondi perché la foto sia registrata sul nostro server, venga testata, timbrata con i metadati e registrata sulla blockchain, in questo modo creiamo una copia immutabile di quei dati, che rimarranno per sempre “veri”».
Truepic però non si sta occupando solo di foto, ma anche di video: «Abbiamo già identificato alcune tecniche forensi che possiamo utilizzare per rilevare falsi come deepfake. In particolare, è possibile analizzare i capelli, le orecchie, i riflessi negli occhi e altri dettagli che sono quasi impossibili da rendere realistici attraverso le migliaia di fotogrammi di un tipico video. Identificare anche solo alcuni fotogrammi falsi è sufficiente per scoprire un video deepfake».
Truepic e Serelay stanno lavorando per rendere la propria tecnologia accessibile anche ad altre piattaforme, in particolare quelle social come Facebook, snapchat ed Instagram. Se queste tecnologie si affermeranno, probabilmente le nostre foto verranno autenticate e non si correrà più il rischio di veder diffuse le proprie pubblicazioni manipolate da terzi.