Molti genitori diventano apprensivi quando il loro bambino tossisce spesso, e la notte magari non riesce a riposare a causa degli attacchi. Se non riescono a trovare una soluzione si mettono in allarme. Nella maggior parte dei casi, però, la tosse è un fastidio passeggero, che va ad unirsi a una delle numerose infezioni delle prime vie aeree che possono colpire soprattutto i più piccoli (che non hanno ancora sviluppato un numero sufficiente di anticorpi) soprattutto in inverno.
L’uso immediato dei farmaci per eliminarla può essere controproducente e, in alcuni casi, dannoso. Renato Cutrera, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ci aiuta a capire meglio cosa è la tosse e come si può affrontarla in modo intelligente.
Cominciamo con il capire cosa è la tosse. La tosse è un meccanismo fisiologico che consente l’espulsione di materiale irritante dalle vie aeree: microbi, inquinanti ambientali (il fumo in casa, lo smog fuori casa) o, più raramente, la presenza di un corpo estraneo. Quando arriva in gola o nelle prime vie aeree, la tosse diventa il primo meccanismo di difesa. Il materiale irritante presente nelle vie aeree viene avvolto dalle secrezioni mucose ed espulso violentemente tramite i colpi di tosse.
Le caratteristiche e le cause della tosse possono essere diverse. Quella più comune in età pediatrica è la tosse acuta nei bambini: dura pochi giorni, fa seguito in genere a un raffreddore – quindi è collegata a un’infezione respiratoria, spesso di tipo virale, talvolta può essere associata a febbre non elevata nei primi due-tre giorni. E’ molto frequente nei primi anni di vita, specie nei bambini che vanno al nido o alla scuola materna, poiché lì si trovano molti virus e germi, che colpiscono proprio i più piccoli, con un sistema immunitario ancora immaturo e quindi più indifesi di fronte alle infezioni.
In media i bambini contraggono 6-8 infezioni virali a carico delle vie respiratorie superiori ogni anno, accompagnate generalmente da tosse. La tosse acuta nei bambini è particolarmente presente nelle prime ore dell’addormentamento e al mattino, quando il bambino si alza dal letto. Infatti si crea a causa dello scolo di muco dalle fosse nasali nella gola, che si verifica durante i cambiamenti di posizione, come accade quando il bambino assume la posizione sdraiata o quando al mattino passa alla posizione eretta, causando in entrambe le situazioni un movimento delle secrezioni nella faringe.
La tosse si presenta all’inizio secca, per poi evolvere dopo qualche giorno in tosse grassa, a causa della progressiva produzione di muco da parte delle ghiandole mucipare presenti nelle vie aeree.
La tosse acuta nei bambini raggiunge l’acme dopo circa due-tre giorni dal suo esordio. Il disturbo si risolve nel giro di 4-5 giorni, quando anche il raffreddore tende a regredire spontaneamente. La tosse acuta nei bambini è un meccanismo naturale di difesa per l’organismo e quindi non va bloccata.
I genitori, però, possono seguire questi suggerimenti per alleviare il fastidio: effettuare più volte durante il giorno la pulizia delle cavità nasali con la soluzione fisiologica: in farmacia si trovano spray o fialette da inalare direttamente nelle narici del bambino; far dormire il bambino con la testa un po’ più sollevata rispetto al solito, magari con un cuscino aggiuntivo; umidificare le vie aeree facendo al piccolo degli aerosol con la soluzione fisiologica (senza l’aggiunta di altri medicinali): il vapore inalato aiuta a sciogliere il muco; umidificare gli ambienti, con l’aiuto di un umidificatore (ma senza aggiungere sostanze balsamiche, che potrebbero irritare).
Vanno bene anche salviette bagnate sui termosifoni o gli appositi contenitori di acqua; dare al bambino da bere in abbondanza, perché i liquidi fluidificano il muco; somministrare latte caldo, magari addolcito con miele (ma solo dopo un anno di vita), che aumenta la fluidità del muco e allevia il fastidio avvertito dalla gola irritata. Poiché anche per il miele sono stati segnalati effetti collaterali, come irrequietezza e insonnia, si consiglia di moderare sempre le dosi; non fare mai soggiornare il bambino in luoghi in cui si fuma.
E attenzione anche al fumo di terza mano, quello che si attacca ai vestiti e ai capelli. Se dopo aver fumato all’esterno (in terrazzo o in giardino), rientrando in casa si prende in braccio il bambino, inevitabilmente inalerà le sostanze che si sono attaccate agli abiti e sono irritanti per le prime vie aeree. Sarebbe quindi opportuno smettere di fumare; areare la stanza e temperatura non oltre i 20°c.
Si può ricorrere ai farmaci solo se la tosse, dopo questi accorgimenti, è ancora intensa e solo dopo aver consultato il pediatra. Anche i farmaci, infatti, hanno le loro controindicazioni. I decongestionanti nasali, per esempio, hanno un effetto vasocostrittore che può dare reazioni avverse anche gravi. Per questo motivo dal 2007 è vietato somministrarli ai minori di 12 anni.
I farmaci mucolitici o fludificanti del muco (venduti in sciroppi, gocce o soluzioni per aerosol), possono essere usati solo se la tosse sottintende una patologia cronica come la fibrosi cistica. Negli altri casi, invece, i mucolitici si sono rivelati inutili, se non addirittura potenzialmente dannosi. Per quanto riguarda i farmaci cosiddetti sedativi della tosse, il loro utilizzo negli Stati Uniti è stato controindicato ai bambini di età inferiore ai 6 anni perché possono dare effetti collaterali, rappresentati principalmente da sonnolenza. Per questo motivo vanno somministrati solo in caso di effettiva necessità e sotto controllo medico.
Anche i sedativi locali per le prime vie aeree vanno somministrati solo in caso di necessità e sotto controllo medico. In alternativa si può ricorrere a sciroppi che contengono miele e altre sostanze naturali e hanno un effetto emolliente. Attenzione anche agli antibiotici, spesso somministrati con troppa leggerezza: sono indicati solo se l’infezione che provoca la tosse è di natura batterica. Sulle forme acute legate a una rinite virale sono assolutamente inutili. Meglio evitare anche i cortisonici, in spray o per aerosol, dal momento che si sono dimostrati di scarsa efficacia.
Il pediatra va contattato a ogni dubbio clinico e nel caso si debba intraprendere una terapia farmacologica. Inoltre, il pediatra deve essere consultato subito e la visita è d’obbligo se la tosse acuta nei bambini si accompagna a una frequenza respiratoria elevata oppure ad affanno respiratorio, che potrebbero far sospettare una bronchite asmatica; se la tosse acuta nei bambini è accompagnata da febbre elevata da 2-3 giorni oppure la febbre si è ripresentata dopo 2-3 giorni di remissione, perché potrebbe esserci un’infezione più seria; se la tosse dura da più di tre settimane; se non siano chiari i motivi della sua presenza o si sospetta che il bambino possa avere inalato un corpo estraneo.