L’associazione ADMO Lombardia ha raccontato la sua storia, il 30enne è iscritto da 5 anni e quando è risultato compatibile ha donato il midollo: “Nel mio piccolo non è niente di speciale”.
L’associazione Donatori Midollo Osseo Lombardia ha deciso di pubblicare una lettera scritta da Mauro, un giovane di 30 anni che da cinque anni era iscritto al programma.
Il ragazzo aveva deciso di dare il suo contributo per scrupolo, ovviamente era quasi convinto che non lo avrebbero chiamato. Poi arriva la telefonata: “Caro Mauro… c’è una possibile compatibilità con una persona malata”. Comincia dunque un susseguirsi di esami e controlli, nel frattempo le condizioni di salute del ricevente stavano peggiorando e la pratica viene sospesa.
“È stato un momento strano per me mi sono reso conto che non avevo mai pensato alla persona dall’altra parte. Il mio problema più grande era il traffico per andare all’ospedale a fare gli esami, chiedere qualche permesso al lavoro. A un tratto invece ho capito che dall’altra parte una persona, una famiglia avevano scommesso su questo”: spiega il ragazzo.
Successivamente viene richiamato e programmato un prelievo, poi ad agosto è avvenuto il trasferimento. “Al mio risveglio i medici mi stringevano le mani, complimenti da tutte le parti, dentro di me pensavo “Perché tutto questo? Ho solo dormito 45 minuti… Sono sempre un poco a disagio perché nel mio piccolo sento di non aver fatto niente di speciale, giusto qualche esame e due notti di ospedale”. Alla fine però, la donazione di Mauro ha fatto la differenza, riuscendo a salvare la vita di una bimba di un anno.