La Siria continua a non trovare pace. Nei giorni scorsi ad Idlib c’è stata ancora una strage, questa volta nei pressi di un mercato. Il raid aereo ha ucciso 21 persone, anche donne e bambini, e ferito anche gravemente un altro centinaio di civili.
E questo nonostante il cessate il fuoco stabilito dal presidente turco e da quello russo, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin solo pochi giorni fa. Attacchi anche ad Ariha, e anche in questo caso ad essere bombardato è stato un mercato, a Maarrat al-Numan e a Kafr Rumah.
Tutta la zona è sotto assedio da aprile dello scorso anno. Il pretesto per gli attacchi è la presenza di cellule jihadiste ancora radicate in queste città. Quasi sempre a venire bombardati sono i centri abitati. E la popolazione continua a dover scappare.
Si stima che dallo scorso dicembre circa 350.000 civili abbiano lasciato le zone di guerra, la maggior parte rifugiandosi in campi al confine con la Turchia, dove le condizioni di vita sono terribili a causa del clima, in questo periodo freddo e piovoso. Intanto vanno avanti le trattative per cercare uno spiraglio di speranza.
Ankara e Mosca dovrebbero a breve creare una zona di sicurezza nel nord della Siria per tutte le persone che non hanno più dove vivere. Chissà se questa volta le autorità manterranno la parola data.