La lunga pausa estiva italiana, la più lunga in Europa, sta diventando un problema serio. Per 14 settimane, molti studenti non vanno a scuola.
Questa situazione non solo fa perdere competenze, ma aumenta anche le differenze tra gli studenti. Quelli che sono meno fortunati rischiano di lasciare la scuola. E i problemi non finiscono qui: le famiglie si trovano a dover gestire il lavoro e la cura dei figli, spesso con le madri che pagano il prezzo più alto.
Per affrontare questo problema, l’organizzazione WeWorld, che lavora per i diritti dei bambini e delle donne da 50 anni, insieme al duo Mammadimerda, hanno lanciato una petizione chiamata “RISTUDIAMO IL CALENDARIO. Un nuovo tempo scuola NON è più RIMANDABILE“. Vogliono che ci sia una riforma dell’istruzione che tenga davvero conto delle esigenze dei bambini e delle famiglie.
La ragione di questa lunga pausa è storica. “Il nostro calendario scolastico segue il ciclo delle coltivazioni”, dice Francesca Fiore di Mammadimerda. Ma questa tradizione non è più adatta ai tempi moderni. La scuola italiana mette molta pressione sugli studenti, con tanto lavoro e poco tempo libero, e molti ragazzi la vedono come un peso.
Dina Taddia di WeWorld dice un’altra cosa importante: “Questa lunga pausa estiva aumenta le differenze tra gli studenti”. Infatti, non tutti hanno le stesse opportunità durante l’estate. Quando la scuola è chiusa, molte risorse non sono disponibili, e i più vulnerabili ne soffrono di più.
La petizione può essere firmata sul sito di WeWorld e su change.org, e chiede due cose principali:
- Tenere le scuole aperte a giugno e luglio con attività extra, e rivedere le pause durante l’anno.
- Fare in modo che tutte le scuole abbiano l’orario a tempo pieno per i bambini dai 3 ai 14 anni.
Queste proposte fanno parte di un piano più grande per modernizzare il sistema scolastico italiano, per farlo diventare più adatto alle famiglie di oggi e per sostenere le donne. Questa riforma è importante: è tempo di fare qualcosa per il futuro dei nostri studenti e delle loro famiglie.