Katrine Spade, un’architetta di Seattle, in USA, ha trovato un metodo efficace ed utile all’ambiente per “riciclare” i cadaveri. Così come si fa con le carcasse degli animali che diventano composti, la Spade ha realizzato che anche i resti umani possono diventare terreno fertile.
Ora questa scoperta è diventata una proposta di legge che attende di essere approvata prossimamente a Washington. The Urban death project ha l’obiettivo di “convertire dolcemente i resti umani in suolo, così da offrire nuovamente vita dopo la morte”.
Il progetto avrà due aspetti positivi, quello di frenare il sovraffollamento dei cimiteri e al tempo stesso di giovare all’ambiente. La sperimentazione su 6 cadaveri ha portato ottimi risultati.
La tecnica è semplice: si mettono a contatto materiali contenenti carbonio, come il legno o la paglia, con i cadaveri, che sono ricchi di azoto, e si conservano in spazi con umidità controllata. Si formano così degli enzimi che portano alla conversione in terriccio. Per ogni cadavere se ne produce circa un sacco, contenente molte sostanze nutritive. Ora si aspetta solo il via da Washington.