Secondo i calcoli eseguiti dalla Fondazione Agnelli la “dad” porterà gli studenti ad avere pesanti ricadute economiche in futuro, fino a 11 mesi di ritardo e 900 euro in meno.
«Didattica a distanza e scuola in presenza non sono la stessa cosa. Milioni di ragazzi e ragazze devono stare a casa.” L’ammissione del viceministro all’istruzione Anna Ascani. Poi il ministro Lucia Azzolina ribadisce al riguardo «anche loro avrebbero diritto di frequentare in presenza».
La soluzione non ha dato quindi i risultati sperati, non sono l’arma più adatta per affrontare la pandemia, in molte scuole le lezioni online sono ancora in fase sperimentale, durante l’estate non è avvenuto alcun miglioramento al processo. Senza contare che anche l’approccio degli studenti spesso è sbagliato, partecipano alle classi in pigiama con la telecamera spenta e si nascondono.
Per questo motivo in molti si domandano quali possano essere le conseguenze di questo cambiamento improvviso nell’approccio scolastico, a questo proposito sono intervenuti Andra Gavosto e Barbara Romano, rispettivamente il direttore e ricercatrice della Fondazione Agnelli.
Andando ad analizzare lo studio annuale della Banca Mondiale che si occupa di calcolare le prospettive di guadagno future, è emerso che i giovani a causa dell’interruzione delle lezioni tradizionali potrebbero perdere fino a 21mila euro nell’arco della vita lavorativa. Una decurtazione di stipendio valido per 900 euro l’anno, stime approssimative, ma diversi studi non mettono in dubbio che il rischio educativo sia comunque alto.
Un brutto colpo in particolare per l’Italia, che da anni conta un numero di giovani laureati largamente inferiore rispetto ad altre realtà europee, il traguardo del 40% è ancora lontano, e anche quest’anno si attesta attorno al 27,6%.