La scuola dovrebbe rappresentare un luogo di inclusione. Un momento della vita dove nessuno si debba sentire discriminato o escluso. Ma cosa accade quando proprio coloro che dovrebbero includere, deridono e discriminano?
La vicenda si svolge all’interno di un gruppo WhatsApp che include diversi dirigenti scolastici. La chat si chiama Dirigenti Scolastici Italiani. Al suo interno si condividono opinioni ed iniziative. Ma di recente è accaduto un fatto tanto curioso quanto preoccupante.
Un membro della chat pone una domanda: «Può una docente avere ben due 104, una per sé e una per assistere?». La dirigente riceve numerose risposte, ma una in particolare stupisce, ed è quella proveniente da un dirigente di una scuola superiore salernitana: «Io li chiamo 208! Ho pure graduatoria a parte! Ah, ah! Auguri».
Un commento sicuramente fuori luogo a cui però sono seguiti altri: «Poverina, sta inguaiata!» e ancora: «E poi a noi chiedono le impronte digitali». Interviene dunque nuovamente la dirigente che ha posto per prima la domanda: «Vergogna tutta italiana».
Purtroppo quanto accaduto all’interno di quella chat dovrebbe far riflettere. Dietro alle persone che hanno “ironicamente” definito “208” ci sono esseri umani che stanno vivendo in sofferenza delle battaglie personali. Ugualmente preoccupante anche il fatto che venga definita come “vergognosa” una legge che tuteli queste persone.
Tra le righe della chat inoltre emerge che un dirigente scolastico abbia addirittura contrattato il numero di giorni di permesso di cui potesse godere il docente con disabilità. Una storia che lascia sicuramente allibiti.