Uno degli obiettivi delle scuole, oltre ad istruire, è quello di annullare le differenze che intercorrono tra i bambini. L’inclusione infatti è un tassello fondamentale per la scuola a cui spetta il compito di includere appunto chiunque nel sistema scolastico e di non farlo sentire discriminato.
Ma cosa succede quando però al di fuori delle mura scolastiche, in una città moderna come Bologna, vengono utilizzati termini ormai in disuso per evidenziare una differenza? Sono scritte che fanno male, perché cancellano istantaneamente quanto fatto di buono nel sistema scolastico.
A Bologna è presente una vergognosa targa che recita: “Rampa handicappati”. Iacopo Melio, ragazzo di 26 anni con disabilità, alza la voce come ha sempre fatto. Da tempo infatti si batte per mettere in evidenza le esigenze delle persone nelle sue stesse condizioni.
Sulla pagina Vorreiprendereiltreno dichiara: «Cammini, alzi la testa e ti sembra di ricevere uno schiaffo in faccia. Sgrani gli occhi: ‘No, è impossibile!’ È questa la sensazione che si prova nel vedere nel 2019 la segnaletica riportante la vergognosa scritta ‘Rampa handicappati’».
Ha dunque proseguito sottolineando quanto sia anacronistica la targa: «E pensare che già nel lontano 1999 l’Organizzazione mondiale della sanità aveva compiuto il passo di eliminare il termine ‘Handicap’ dai documenti ufficiali e internazionali».
La situazione non è passata inosservata. Il consigliere regionale Gian Luca Sassi si è espresso riguardo la vicenda: «Non è l’unico cartello. Ne esiste un altro situato nell’accesso dal vicino giardino geologico alle Torri. Senza contare le condizioni “indecenti” del percorso per i non vedenti e la relativa segnaletica, ormai vetusta e non in linea con la normativa anti-discriminazioni».
Le persone con disabilità quindi, oltre che combattere ogni giorno per superare le proprie avversità, devono ricominciare la loro battaglia personale contro le discriminazioni quando, in realtà, questa dovrebbe essere stata vinta ormai da anni.