Irene Coppola è una sarta di Gallipoli, che sta prestando la sua professionalità a favore della solidarietà. Nei giorni scorsi, ha infatti deciso di fare qualcosa di concreto, per fronteggiare questa emergenza. Così, hanno pensato di iniziare a realizzare delle mascherine e di regalarle a chi ne ha maggiormente bisogno.
Ha lanciato l’idea la mattina del 10 marzo, pubblicando un semplice post sul suo account Facebook. “Stanca ma molto soddisfatta…ore 3.30. Pronta per donare le mascherine. Non sarò io a farti risalire, ma almeno ci provo. Forza Italia. Tutti uniti ce la faremo“, aveva scritto. Fin da subito, l’annuncio era diventato virale. In tantissimi avevano iniziato a richiederle: “Ho due sorelle con gravi patologie che non trovano le mascherine da nessuna parte“, “Io ne vorrei due per i miei genitori“. Il giorno dopo, la sarta aveva dichiarato di averne realizzate mille. Per farlo, aveva lavorato anche durante la notte.
La caratteristiche di questi dispositivi di protezione sono realizzate in un tessuto che può essere facilmente lavato e riutilizzato dopo apposita bollitura, “come facevano le nostre nonne“. In effetti, sono costruite in Pelle d’Uovo e cotone 100% Gabardin, due tessuti già utilizzati in ambito sanitario. Proprio per questo motivo, il dottor Giuseppe Serravezza, oncologo ed ex direttore dell’Ospedale del Sud Salento, le ha chiesto di realizzarne anche per i malati di tumore. Attualmente, il medico è responsabile scientifico della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori della zona di Gallipoli. Così, dopo aver parlato con la sarta, è andato a consegnarle direttamente tutto il materiale che le servirà per la realizzazione.
Come il dottor Serravezza ha spiegato, è chiaro che però le uniche mascherine effettivamente efficaci contro il virus sono quelle con filtro. Quelle di Irene Coppola rappresentano comunque una valida alternativa rispetto a quelle chirurgiche, ovvero le uniche attualmente reperibili.