Il dibattito sulla proposta di introdurre l’educazione sentimentale a scuola è acceso, suscitando domande sulla sua efficacia. Orizzonte Scuola ha intervistato il Professor Paolo Crepet, Psichiatra e Sociologo, per ottenere il suo punto di vista.
Il Professor Crepet esprime dubbi sulla validità della proposta, paragonandola a mettere una zanzariera su un sommergibile. Ritiene che sia un modo superficiale di affrontare il tema dei sentimenti, con un’ora settimanale organizzata senza una chiara responsabilità. Critica l’approccio generale, definendolo una presa in giro per gli studenti. Sottolinea la mancanza di sostanza dietro a questa iniziativa e predice che dopo un mese sarà dimenticata.
Il professore evidenzia che il problema non è solo della scuola ma anche della famiglia, sottolineando la difficoltà dei genitori nel dire “no”. Afferma che la mancanza di capacità educative è un problema generazionale e critica la mancanza di autorità, sia a scuola che in famiglia. Descrive la paura degli insegnanti di dare voti negativi e la conseguente difficoltà nel gestire situazioni disciplinari.
Riguardo alla solitudine degli adolescenti, Crepet critica l’idea che un’ora settimanale di educazione sentimentale possa risolvere il problema. Afferma che la consapevolezza delle emozioni si costruisce nella vita reale, attraverso relazioni e confronti, e non tramite lezioni formali. Spera che i ragazzi reagiscano contro questa presunta presa in giro degli adulti.
Infine, il Professor Crepet consiglia di seguire il buon senso, incoraggiando relazioni autentiche tra ragazzi. Critica l’uso eccessivo dei cellulari a scuola e suggerisce che vietarli durante alcune ore potrebbe essere una rivoluzione significativa. Tuttavia, evidenzia la resistenza di alcuni genitori a questa idea, affermando che l’attenzione eccessiva al controllo costituisce un problema sociale.