Sempre più spesso accadono episodi di violenza nelle scuole, anche tra i più piccoli, e i genitori si chiedono perché gli insegnanti non facciano niente. I genitori si domandano anche cosa possano fare loro, da casa, per impedire che accadano cose del genere. Per alcuni di essi, almeno per quelli dei bulli, la risposta è semplice: educare i propri figli. Per tutti gli altri è un po’ più complicato.
Per ora occupiamoci degli insegnanti. Che cosa possono fare?
La risposta è scontata: poco, niente. Le scuole? Idem. Non ci sono fondi per introdurre un insegnante supplementare nelle classi che presentano problematiche di questo tipo, spesso non sussistono i presupposti per chiedere l’intervento degli assistenti sociali. L’unica arma a disposizione del dirigente scolastico, nei casi peggiori, può essere la sospensione del bambino, ma ci chiediamo: che senso ha sospendere un bambino di 7 anni?
Quando leggiamo notizie di questo tipo sul giornale, siamo in molti a pensarlo: i bambini si sono sempre picchiati, e sempre si picchieranno. Oggi, però, guardando le cose dall’interno, ci sembrano un po’ diverse: i bambini, oggi, si picchiano senza un motivo apparente, con l’intenzione di fare del male. E la colpa non può essere degli insegnanti, perché non è possibile controllare ogni istante un’intera classe, mandando avanti allo stesso tempo la didattica.
Restiamo nella scuola elementare e non addentriamoci in dinamiche ancora più complesse, alle medie e al liceo.
Partiamo dal presupposto che una certa dose di aggressività, nei bambini, è normale, addirittura sana: per conoscere il mondo hanno bisogno di provare tutto, vedere come reagiscono i loro coetanei a certe dinamiche. Questo, nei limiti della norma, ovvero dell’educazione.
E così arriviamo al concetto cardine del nostro articolo: i bambini devono arrivare a scuola già con un’educazione, soprattutto alla non violenza, alla vita sociale.
E rispondiamo anche alla domanda di prima: che cosa possono fare gli inseganti?
Immaginiamo di portare nostro figlio ai giardini. Gioca tranquillo con il suo monopattino. A un certo punto arriva un altro bambino e gli prende il monopattino con prepotenza, magari picchia nostro figlio. Il genitore di questo bambino, probabilmente, è tale e quale al figlio. Cosa facciamo? Quello che fanno gli insegnanti: spieghiamo, parliamo, evitiamo una denuncia, ci rammarichiamo, ci sentiamo impotenti.
Le cause di questi comportamenti vanno ricercate il più delle volte nella (mancata) educazione dei bambini, ma spesso sono riconducibili a veri e propri disturbi del comportamento, causati in parte (o del tutto) dal rapporto con i genitori.
I bambini che hanno comportamenti violenti vivono un disagio che difficilmente possono gestire o capire da soli. Un terapeuta può aiutarli, ma sono sempre i genitori a dover fare per primi la loro parte.