Se Sei un Insegnante Precario Sai di Cosa Parlo

Guardo il mio cassetto in sala professori. Sembra una banalità avere un cassetto, anzi dovrebbe esserlo.

Invece è un lusso.

insegnante precario

Da precaria non hai neanche un cassetto. Se sei fortunata quando arrivi in una nuova scuola ne trovi uno abbandonato, magari con la serratura rotta o senza sportello altrimenti, sempre se sei fortunata, ottieni “asilo” nel cassetto di un collega che ne ha due. Se poi sei fortunatissima ne trovi uno in posizioni irraggiungibili, o quasi al soffitto o livello pavimento.

Nel mio vagabondare c’erano anche anni scolastici in cui un cassetto proprio non lo trovavo e ammucchiavo tutto in uno scatoloncino che mi portavo da casa, come una barbona. Quando poi mi capitava di tornare in una scuola in cui avevo avuto un cassetto, ritrovavo il mio nome impietosamente coperto di targhette adesive con altri nomi, stratificazioni di precari come me che chissà dove erano finiti.

E lo so, avere un cassetto col proprio nome sembra un’ovvietà, ma chi è stato precario a lungo sa di cosa parlo, sa cosa significa un banale, sgangherato cassetto col proprio nome in sala professori.

(Dedicato alle mie colleghe precarie che vorrei stabilmente come vicine di cassetto)


Autore articolo
Sandra Zingaretti

Sandra Zingaretti

Insegnante

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