Il Professor Pasquale Violante, docente di scuola media superiore, ha lanciato una nuova petizione riguardo l’orario scolastico. Il motivo di questa raccolte di firme viene spiegato da Violante al ministro Bussetti in una lettera pubblicata su Change.org.
Violante si dice contrario alla settimana corta, cioè la ripartizione in cinque giorni dell’orario settimanale scolastico, dal lunedì al venerdì, adottata in molte scuole. Il professore la ritiene dannosa per la salute, in quanto i ragazzi escono alle 14 spesso affamati e stanchi, e si chiede quanto possano aver appreso nell’ultima ora.
Ma Violante ne fa anche una questione di legalità. A questo riguardo cita i ricorsi vinti al Tar da parte di chi si opponeva ai cinque giorni, invece che sei, perché in questo modo viene consentito di svolgere solo 169 giorni di lezione e non i 200 stabiliti dalla legge. Il docente riporta la parte del testo di legge che recita: “la determinazione delle date di inizio e di conclusione delle lezioni ed il calendario delle festività devono essere tali da consentire, lo svolgimento di almeno 200 giorni di effettive lezioni (art. 74 d.lgs. 16 aprile 1994 n. 297)”.
L’autonomia scolastica non è in questo caso da prendere in considerazione perché “L’autonomia organizzativa […] si esplica […] fermi restando i giorni di attività didattica annuale previsti a livello nazionale”, (art. 21, comma 8 della L. 15 marzo 1997 n. 59). L’art. 5 del D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275 stabilisce che: “l’orario complessivo del curricolo e quello destinato alle singole discipline e attività sono organizzati fermi restando […] il rispetto del monte ore annuale”, ma lo stesso D.P.R. all’art. 17, abrogando alcuni articoli del suddetto d.lgs. n. 297/1994, ha conservato il citato art. 74, che resta in vigore.
Ogni scuola quindi deve rispettare non solo il monte ore annuale, ma anche i 200 giorni in cui si esplica tale monte ore. In Liguria infatti il TAR ha stabilito che “la determinazione del calendario scolastico è di competenza regionale, ai sensi dell’art. 138 d.lgs. 112/98 che tuttavia non può operare in contrasto con i limiti stabiliti dall’art. 74 d.lgs. 297/94 che stabilisce in 200 il numero minimo dei giorni di lezione […]. In definitiva il calendario scolastico, e prima di esso la norma di riferimento, è stabilito con riferimento ad una articolazione su sei giorni settimanali anziché cinque” (sentenza N. 59/2016 del 08/01/2016).
Violante nella lettera a Bussetti porta poi ad esempio la regione Campania che “con DGR n. 339 del 05/06/2018, dopo aver stabilito che ‘per tutti gli ordini e i gradi d’istruzione e per i percorsi formativi le lezioni abbiano inizio il giorno 12 settembre 2018 e terminino il giorno 8 giugno 2019, per un totale previsto di n. 204 giorni di lezione’, afferma che “le istituzioni scolastiche, nel rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo, previsto per le singole discipline e attività obbligatorie potranno modulare l’articolazione delle lezioni in non meno di cinque giorni settimanali (settimana corta)”.
Ma le scuole che sceglieranno la settimana corta non potranno svolgere 204 giorni di lezione, per cui la Regione Campania chiede alle scuole due cose incompatibili”. Con questa petizione Violante spera di raccogliere abbastanza firme da eliminare la settimana corta che, a fronte di un beneficio per le casse degli istituti scolastici, danneggia gli alunni.
E nel resto degli altri paesi Europei? Tutti geni gli altri ragazzi che riescono a fare la settimana corta?