La ricerca scientifica ha dimostrato che le persone solitarie, per scelta o a causa di fattori esterni, sono dotate in un meraviglioso cervello emotivo oltre ad avere, rispetto ad altri, la capacità di vedere le cose in modo diverso e avere un potere di decisione e di analisi differente.
Le persone solitarie pare abbiano un cervello emotivo che possieda delle caratteristiche prettamente legate a questa specifica condizione di vita.
È anche interessante notare che, come è divulgato da una importante rivista scientifica, il cervello emotivo di chi è solitario sia in grado di rispondere alle minacce, rispetto a quello delle persone socievoli, in maniera nettamente più rapida.
Un gruppo di volontari ha partecipato ad una ricerca dove sono state fatte vedere tutta una serie di immagini che ritraevano persone felici. Nel visionarle, è emerso che non vi è stata una loro reazione di particolare entusiasmo, dato che la loro attenzione, in questo caso, non pareva volta a delle emozioni positive, ma a quello che avrebbe potuto rappresentare una minaccia.
Ovviamente il funzionamento del cervello nel suo complesso di chi sceglie di vivere solo o che subisce la solitudine richiede degli studi ancor più approfonditi.
I ricercatori hanno già comunque conseguito dei risultati particolarmente interessanti. Gli esperti sono impegnati nel cercare di comprendere quale relazione possa intercorrere tra originalità, creatività, introversione e solitudine.
Per la esperta psicologa Amanda Guyer, del National Institute of Health del Maryland, la persona solitaria presenta una sensibilità maggiore nei confronti delle interazioni emotive e sensoriali.
Numerosi ricercatori hanno poi ipotizzato che il soggetto che vive in solitudine, trovandosi nel bel mezzo di una festa, di una riunione, quindi di un evento che vede il coinvolgimento di un gran numero di individui, si trova a vivere una situazione che si potrebbe definire di “sovraccarico cerebrale”, ove, quindi, vi è un flusso di sangue in aumento in determinate aree del cervello.
Pertanto, a fronte di questa situazione, un senso di agitazione andrebbe ad ostacolare una socializzazione normale in soggetti risultanti timidi.
Le ricerche sono anche ricche di buone notizie per chi tendenzialmente è solitario: i soggetti che sono tendenti alla solitudine riescono ad adattarsi più facilmente a esperienze diverse, e questo in virtù della loro sensibilità.
Non per nulla, nell’ipotesi nella quale vi sia tanto una situazione di emergenza quanto un problema da risolvere, le persone solitarie sono portate ad accorrere immediatamente in soccorso e in aiuto.
È poi anche da evidenziare che le persone che sono solitarie e timide sono propense a percepire e cogliere sfumature e dettagli che generalmente gli “altri” ignorano.
Il più delle volte, questi soggetti sono artisti o scrittori, in quanto, in maniera naturale, il loro cervello le conduce a far esprimere le proprie emozioni in questa maniera.