Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione, scrive su Facebook del suo incontro con la dottoressa Sara Gandini.
“La dottoressa Gandini è direttrice dell’unità Molecular and Pharmaco-Epidemiology presso il dipartimento di Oncologia dell’istituto europeo di oncologia di Milano e la ricerca che ha condotto a firma sua, di Maurizio Rainisio, Maria Luisa Iannuzzo, Federica Bellerba, Francesco Cecconi e Luca Scorrano dal titolo “A cross-sectional and prospective cohort study of the role of schools in the SARS-CoV-2 second wave in Italy” è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Regional Health – Europe” scrive.
“Gli autori hanno analizzato i dati del Ministero dell’istruzione incrociandoli con quelli di Ats e Protezione civile fino a coprire un campione pari al 97% delle scuole italiane: più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti. L’analisi parte dai mesi della seconda ondata (settembre-dicembre) ma i termini della discussione sono stati aggiornati considerando statisticamente anche la nuova variante inglese, confermando che il concetto non cambia. Parliamo di cose serie. Di studi attendibili e di grande professionalità, oltre che passione” continua.
“Ci tenevo a conoscere meglio la ricerca che la dottoressa ha realizzato insieme ad altri scienziati e che conferma, con evidenze scientifiche, che la nostra posizione di sempre, cioè di tenere aperte le scuole in presenza, è supportata da evidenze scientifiche” aggiunge.
Floridia prosegue: “Dopo questo incontro confermo e sostengo sempre con più certezza che le scuole devono riaprire, possibilmente per ogni ordine e grado, e soprattutto non dobbiamo chiuderle più. Non è tempo di facili slogan. C’è un altro contagio da fermare ed è quello della saluta psicofisica dei nostri giovani“.
“Il ritorno in classe per le nostre studentesse e i nostri studenti riguarda non solo il loro diritto allo studio, che dobbiamo tutelare, ma anche il loro diritto alla salute. Stare a scuola infatti li protegge da gravi disturbi psicologici, alimentari e psico-cognitivi che invece si stanno diffondendo sempre di più. C’è un debito, grave, che stiamo contraendo con i nostri giovani. E riguarda il loro futuro e quello del livello culturale della nostra nazione. Non ci saranno ristori né sostegni a sufficienza. Adesso la riapertura per tutti gli ordini e gradi di scuola il più presto possibile. Cominciamo a pagare il debito culturale ed etico che abbiamo con la nuova generazione” conclude.