Il suicidio è un gesto estremo che racchiude in se tutto il malessere che prova un individuo. È l’atto finale per porre fine a delle situazioni che, almeno apparentemente, possano risultare insormontabili. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione giapponese nell’anno fiscale 2016/17 il Giappone ha visto scomparire a causa dei suicidi ben 250 ragazzi che vanno dalle elementari alla scuola superiore.
Il numero è particolarmente preoccupante, poiché è 5 volte più alto rispetto l’anno precedente. Inoltre, numeri simili, non si vedevano dal 1986. Le cause del suicidio possono essere molteplici, in quella fascia d’età convergono diverse problematiche tra cui i problemi in famiglia, paura del futuro e bullismo. Tra i ragazzi giapponesi che si sono tolti la vita, la maggioranza frequentava le scuole superiori.
Il Giappone purtroppo è tristemente noto per l’alto tasso di suicidi, il più alto al mondo, ma questo numero è stato visto calare dal 2015 poiché sono state introdotte misure preventive che hanno fatto scendere il numero dei decessi volontari da 34.500 nel 2003 a 21.000 nel 2017.
I motivi che si nascondono dietro un così alto tasso di suicidi adolescenziali sono da ritrovare nelle prime difficoltà della vita che si incontrano. L’adolescenza infatti è un periodo particolare della vita fatto di cambiamenti e di scontri con la realtà. È proprio il momento in cui si diventa consapevoli della vita stessa, quindi facilmente si finisce per pensare di voler scomparire. Inoltre coincidono altri fattori, tra cui i conflitti con genitori, brutti voti scolastici, il cyberbullismo.
In Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani. I tentativi di suicidio, dal 2015 al 2017, hanno subito una brusca impennata: si è passati dal 3,3% al 5,9%, ovvero 6 su 100 di età tra i 14 e i 19 anni hanno provato a togliersi la vita.