Lo sport, nella vita dei bambini, riveste un ruolo molto importante. È proprio attraverso lo sport e la competizione che i più piccoli imparano a fare gioco di squadra, la disciplina, l’altruismo e molte altre virtù. Nonostante tutte le buone intenzioni delle società sportive però, queste belle cose vengono inquinate dai comportamenti scorretti dei genitori, che spesso si lasciano andare a comportamenti a dir poco imbarazzanti.
Senza alcun motivo, una mamma che stava assistendo alla partita di calcio di suo figlio di 10 anni, grida “n*gro di merda” nei confronti di un avversario. Si stavano sfidando a calcio la Sovicese e l’Aurora Desio. Quest’ultima ha denunciato quanto accaduto sulla propria pagina Facebook, scrivendo una lettera aperta al ministro dello Sport Spadafora, a Lega Dilettanti e Figc.
«Noi non ci stiamo. ‘Negro di merda’. Proprio così. Senza se e senza ma. Senza senso. Senza pudore. Senza cervello. Nel mirino: un bambino di 10 anni. Dieci. Non è un incubo. È realtà, tristissima. Attrice protagonista, da “oscar dell’inciviltà”, una mamma».
L’Aurora Desio invita la “società avversaria” ad avviare un’indagine per individuare la donna che ha compiuto l’orribile gesto. L’assessore regionale allo Sport Cambiaghi ha dichiarato: «Sicuramente servono provvedimenti seri contro i genitori violenti e aggressivi, senza escludere la possibilità del Daspo».
A seguito di questo brutto episodio di razzismo, nasce un’idea: partecipare alle prossime partite con il volto dipinto di nero. Le società sportive spiegano: «Come gesto simbolico di condanna totale del razzismo nel prossimo weekend alcune nostre squadre giocheranno con il volto dipinto di nero. È nostra ferma intenzione trasformare uno squallido episodio in una grande campagna di sensibilizzazione, per creare una nuova cultura sportiva condivisa che, nel tempo, produca buoni frutti anche nel calcio dei grandi. Tutte le Società dilettantistiche che volessero partecipare, in maniera semplice, ci contattino. Saremo felici di fare squadra, come sempre facciamo, senza barriere».