Mohamed Bzeek ha 62 anni. Ha origini libiche, ma vive nella contea di Los Angeles, precisamente nella città di Azusa. La sua è una storia speciale, fatta di amore, gioia e solidarietà. È la storia di quello che è conosciuto come il “papà coraggio“. Lui, insieme alla moglie Dawn, da venti anni ha aperto le porte della sua casa dove adotta i bambini malati terminali, che sono stati abbandonati dai genitori.
Mohamed e la moglie hanno voluto impegnarsi in questa missione, dopo aver avuto il primo figlio, Adam, affetto da nanismo. Da quel momento, hanno deciso di voler combattere contro le barriere e le discriminazioni legate alla diversità. “Noi tutti siamo persone, siamo esseri umani“, hanno detto.
La prima bimba adottata è stata una neonata, che presentava la spina dorsale deformata. La piccola era stata abbandonata dalla mamma, la quale viveva in condizioni economiche davvero precarie. Successivamente, hanno accolto all’interno della loro famiglia tanti altri bambini malati terminali.
Per esempio, l’ultima arrivata si chiama Samantha. Ha sei anni, è sorda, cieca e tetraplegica. Con un grosso sorriso, Mohamed Bzeek ha affermato: “Io lo so che lei non mi può né vedere né sentire. Però, io le parlo, l’abbraccio e l’accarezzo“. Per lui, la cosa principale è vedere sorridere questi bimbi e sapere che non sono da soli nel mondo, ma sono fortemente amati.
Il papà coraggio ha spiegato così il suo impegno: “So che stanno per morire, ma li accolgo come se fossero figli miei. Mi prendo cura di loro fino alla fine“.