Lo ha affermato Giuseppe Remuzzi, direttore italiano di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
Giuseppe Remuzzi, direttore presso l’Istituto Italiano di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha annunciato degli importanti risultati di uno studio appena concluso riguardo la carica virale di alcuni contagiati in Lombardia.
“Abbiamo condotto uno studio su 133 ricercatori del Mario Negri e 298 dipendenti della Brembo. In tutto, quaranta casi di tamponi positivi. I casi avevano una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone. Commentare quei dati che vengono forniti ogni giorno è inutile, perché si tratta di positività che non hanno ricadute nella vita reale“: spiega Remuzzi al Corriere della Sera.
Poi aggiunge: “L’Iss e il governo devono qualificare le nuove positività, o consentire ai laboratori di farlo, spiegando alla gente che c’è una positività non contagiosa, quindi non ha senso stare a casa, isolare, così come non è più troppo utile fare dei tracciamenti che andavano bene all’inizio dell’epidemia”.
“Il virus è lo stesso ma a per ragioni che nessuno conosce, e forse per questo c’è molta difficoltà ad ammetterlo, in quei tamponi ce n’è poco, molto meno di prima. E di questo va tenuto conto”: conclude Remuzzi.