WhatsApp probabilmente è una delle applicazioni simbolo di questi ultimi anni. Installata praticamente su qualsiasi smartphone idoneo, riesce a mantenere in contatto in maniera gratuita persone vicine e lontane.
Va detto però che molto spesso le chat presenti sull’applicazione non sembrino proprio genuine. Chi ha almeno un figlio in età scolastica sarà sicuramente incluso in uno dei tanti gruppi WhatsApp che racchiude tutti i genitori di una determinata sezione.
Un gruppo simile dovrebbe servire per la divulgazione di informazioni utili (avvisi scolastici, raccolta soldi, segnalare l’assenza di un docente il giorno X e così via). Spesso però queste chat diventano come un metaforico bar digitale in cui si spettegola in assoluta libertà e senza freni.
Spesso questo comportamento può costare molto caro: il pettegolezzo, soprattutto in forma scritta, è facilmente divulgabile e questo comporta una serie di conseguenze disastrose. Questo quindi porta ad assumere alcuni provvedimenti: ad Arezzo infatti alcune scuole hanno detto stop alle chat genitori-docenti (anche queste molto frequenti).
Diversa invece la situazione a Ravenna, dove il comune sta proponendo una sorta di netiquette riguardo il comportamento da tenere nelle chat di gruppo. Le norme comportamentali saranno presentate durante le assemblee delle scuole dell’infanzia comunali ai genitori dei bambini. Il vademecum nasce per iniziativa degli assessorati alla Smart city e all’Istruzione e infanzia.
I gruppi quindi dovrebbero essere usati come una “bacheca digitale” nella quale digitare avvisi di carattere scolastico. Inoltre il moderatore del gruppo dovrà essere esperto, proprio per veicolare le conversazioni ed impedire che la chat degeneri nel pettegolezzo.