In un gruppo di insegnanti su Facebook, qualcuno ha chiesto, “Quali sono le caratteristiche di un insegnante efficace?”. Ho letto parecchi ottimi commenti che descrivevano che cosa quell’insegnante dovesse fare per essere efficace. Non ho potuto non pensare ad alcuni dei miei migliori insegnanti.
Ho avuto un professore di psicologia fantastico al liceo. In ogni lezione era pieno di energie, e il suo entusiasmo era contagioso. Ma ciò che ricordo meglio sono gli esperimenti psicologici in cui abbiamo preso parte. Li ricordo in ogni dettaglio e ricordo le teorie che li supportavano, perché li ho sperimentati.
Il mio professore di psicologia era un insegnante efficace perché ci forniva le esperienze che avrebbero creato dei ricordi a lungo termine. In risposta ai commenti di Facebook, ho scritto questo:
“Apprezzo tutti i commenti che sono stati fatti finora. Ma sento che c’è ancora qualcosa che manca. Una caratteristica di un insegnante efficace è che non insegna. Direte che questo è oltraggioso. Come può un insegnante efficace insegnare senza insegnare?
Nella mia esperienza, ai buoni insegnanti importa dei loro studenti. I buoni insegnanti conoscono i contenuti e sanno come spiegarli. I buoni insegnanti si aspettano e pretendono dei livelli alti dalle prestazioni degli studenti. I buoni insegnanti sono degli ottimi intrattenitori e narratori di storie che catturano l’attenzione degli studenti.
Tutto questo fa parte dell’essere dei buoni insegnanti, ma i grandi insegnanti costruiscono delle esperienze di apprendimento che mettono gli studenti al posto di guida, per poi togliersi di mezzo. Gli studenti imparano meglio se sperimentano personalmente un tipo di apprendimento fisico, emozionale, intellettuale e spirituale. John Dewey aveva ragione quando nel 1953 abbracciò le sue teorie sull’apprendimento basato sulle esperienze. Oggi lo chiamiamo costruttivismo.
In classe da grande insegnante
Sono passati i tempi in cui si insegnavano contenuti in caso dovessero servire agli studenti in futuro. Un grande insegnante troverà il modo di dare agli studenti una ragione immediata per imparare delle tecniche o conoscenze, e poi gli permetterà di mostrare che le hanno imparate attraverso ciò che sanno fare. Questo si chiama apprendimento basato sul progetto (o project-based learning).
Un grande insegnante farà venire voglia agli studenti di andare a scuola solo per vedere cosa scopriranno ed esploreranno di interessante ogni giorno. Questa si chiama investigazione.
La filosofia che supporta un insegnante così bravo è semplice. Gli studenti imparano meglio quando hanno il controllo del proprio apprendimento. Gli studenti devono fare la parte faticosa dell’apprendimento, e niente che l’insegnante possa dire o fare cambierà questo fatto. L’apprendimento vero richiede il fare, non l’ascoltare o l’osservare e basta. E però cosa troviamo in ogni scuola e università? Insegnanti che parlano, parlano, parlano mentre gli studenti ascoltano, sognano ad occhi aperti, e si appisolano. E questa la chiamiamo una lezione.
La parola “insegnante“, implica un passaggio di conoscenza e capacità da una persona all’altra. Che sia un discorso o una presentazione power point, comporta il parlare agli studenti. Mentre questo è visto comunemente come il metodo più facile e veloce per impartire conoscenza e capacità, possiamo capire tutti che non è il più efficace. Socrate aveva ragione quando rispondeva alle domande solo con altre domante, e guardate cos’ha creato – alcune delle menti più brillanti che abbiano mai vissuto. Questo è chiamato il metodo Socratico.
Sì, ci sono dei momenti in cui delle istruzioni dirette sono necessarie, ma solo per essere capaci di fare qualcosa con quella conoscenza o capacità. Ma un grande insegnante deve creare delle esperienze di apprendimento che obblighino tutti gli studenti ad essere coinvolti, un po’ come essere nella parte profonda della piscina. Allora sì che le lezioni sui movimenti di gambe e braccia diventeranno rilevanti. Per imparare, gli studenti devono fare qualcosa. Questo viene chiamato apprendimento basato sulle prestazioni.
Agire da grande insegnante
Per tornare alla mia premessa originale: i grandi insegnanti non insegnano, fanno in modo che gli studenti abbiano un motivo per imparare e che nel processo debbano imparare da soli, insegnando a se stessi. In questo modo la conoscenza diventa permanente e preziosa, invece che irrilevante e illusoria.
– Ben Johnson, educatore
Come fate voi a trattenervi dall’insegnare e a promuovere il vero apprendimento? Fatecelo sapere nei commenti.
D’accordissimo. Ho imparato d atempo a chiamare le lezioni “situazioni di apprendimento” e penso che il mio lavoror sia solo creare le condizioni affinchè l’apprendimento avvenga. Durante un esame alla SSIS nel 2007 ho “paradossalmente” dimostrato come sia possibile imparare una cosa durante una “situazione” che il docente non conosce: ho fatto in modo che uno dei presenti “insegnasse” agli altri una ricetta di cucina per fare un particolare sugo, se avessimo avuto a disposizione una cucina lo avremmo potuto persino imparare meglio cucinando.
Esperimenti scientifici fatti con le cose che si trovano in casa, uso dei pc e coding, interfacciando i vari device presenti in casa dal cellullare ai videogiochi…. ma sopra ogni cosa entusiasmo, tanto entusiamo da trasmettere agli studenti
Ciao Matteo
Assolutamente d’accordo: il docente imposta i binari, ma il treno lo guidano i ragazzi e decidono dove vogliono andare 🙂 Come promuovere il vero apprendimento? A mio avviso, coinvolgendo i ragazzi nel nostro momento storico! Personalmente, da docente di arte e immagine, lavoro attraverso percorsi e progetti d’arte contemporanea che stimolino i ragazzi. Sempre entusiasti, i ragazzi realizzano lavori spettacolari!
Io trovo un argomento che interessi sia a me che a loro e poi sviluppiamo l’ idea. Quest’anno invece che trattare la descrizione oggettiva, in prima media, abbiamo realizzato un catalogo di moda! 🙂
Verissimo . le” lezioni” significative nascono spontaneamente , si stabilisce un clima sereno e per magia nasce un bellissimo momento di scambio , in quei momenti non ci sono distrazioni o cellulari ma solo fantastici contatti mentali .
Concordo pienamente .
Trovo costruttivo far , ogni giorno, leva sulla curiosità di sperimentare e scoprire, dir loro costantemente di agire da scienziati o investigatori…a volte ” lasciando da parte la formalità e prendendo spunto dalla teatralità ” con l’obiettivo d’imparare insieme divertendosi.
Io prima di tutto mi devo divertire, incuriosire, appassionarmi agli argomenti trattati per trasferire queste emozioni vivide ai miei alunni…altrimenti che noia!!!!
Sono educatrice nella scuola dell’infanzia, la mi soddisfazione più grande è che dopo aver predisposto le attività, per lo più laboratoriali, i bambini tuffandosi nel fare non si accorgono più della mia presenza….credo che in quel momento stanno ” imparando ad imparare “
Io lavoro nella scuola dell’Infanzia, di situazioni di apprendimento in forma ludica se ne creano tante, ma hanno bisogno di aiuto per decodifire l’esperienza in altri linguaggi (non solo verbale).. l’attenzione viene posta anche sui processi metacognitivi perchè mancano ancora le categorie di tempo e spazio…. Per il resto l’entusiasmo a questa età non manca!