Una ragazza di 17 anni, Giulia Scaffidi, è morta di anoressia all’ospedale di Lodi. Il suo peso era di appena 26 chili.
Suo fratello Tony, che lavora nella moda, vuole adesso raccontare la sua storia affinché altre ragazze si salvino da questo terribile disturbo alimentare:
“Si vedeva perfetta a 26 kg: si truccava ogni giorno, usava creme per il viso e smalti per far risaltare quella bellezza che, dal suo punto di vista, aveva finalmente raggiunto… Come mia sorella ne ho viste fin troppe. Modelle che nella spasmodica ricerca della perfezione fisica vivono una vita di privazioni. Lavorano per ore e ore senza fermarsi mai: non mangiano nulla per tutto il giorno, nemmeno un caffè. Non so come possano reggere”.
La madre conferma: “Non sa le guerre che abbiamo fatto quando ci siamo accorti che aveva iniziato a nascondere il cibo. La prima volta l’abbiamo ricoverata a Piacenza. È rimasta in cura per quattro mesi e quando è uscita dall’ospedale sembrava aver imboccato la via della guarigione… Saliva e scendeva le scale di casa in piena notte per tenersi in forma.”
“A dare l’esempio deve iniziare lo stesso mondo che loro cercano di emulare. Le fashion blogger diano l’esempio per prime, evitino di accostare il raggiungimento della forma perfetta ai sacrifici alimentari. Si è belle anche con qualche chilo in più. Io sono pronto a dare una mano se serve. A mostrare le foto di come era diventata Giulia perché altre ragazze non cadano più in quest’errore” termina Tony.
Quattro anni fa era morto il papà ma nonostante il dolore secondo mamma Elena non sarebbe stata quella la causa della malattia di Gulia Scaffidi. Lei era ossessionata dal corpo, “non mangiava nulla, beveva solo acqua bollente, saliva e scendeva le scale di casa in piena notte per tenersi in forma”.
Collassi e ricoveri, tanti, e ogni volta che veniva dimessa si riprometteva di smettere, “sono stanca dei medici”, diceva. Ma poi ci ricadeva, sempre. Fino all’ultimo, quello nell’ospedale di Lodi, dal quale non è uscita mai più.