Una giovane ragazzina autistica viene attirata con l’inganno da finti amici. Dopo poche ore dopo si trova in ospedale e lotta per sopravvivere.
Essere accettati da un gruppo di coetanei, è un desiderio che abbiamo provato tutti nella vita.
Abbie ha solo 13 anni e ha fatto di tutto per essere accettata dagli altri. Soffrendo di autismo, ha bisogno di un aiuto e un supporto di cui gli altri compagni di classe non hanno la necessità.
L’idea di aver stretto delle amicizie sincere a scuola l’ha resa felicissima.
Un bel giorno, quelli che pensava essere suoi amici, l’hanno invitata a uscire tutti insieme al parco. Quella giornata che si prospettava gioiosa e spensierata, in realtà, nascondeva uno sviluppo macabro.
Attenzione. In questo articolo possono essere presenti delle immagini in grado di turbare il lettore.
L’adolescenza apre a un periodo di vita non sempre facile per i più giovani. Nelle scuole, i ragazzi formano gruppi in cui trovare compagnia. È il modo che hanno di affacciarsi nel mondo, che sia la possibilità di riconoscersi in uno stile di abbigliamento preciso, in una tipologia di musica che li appassioni o in un interesse che anche gli altri condividono.
È il gruppo stesso che garantisce al ragazzo una forma di sicurezza.
Abbie prova esattamente questo quando cerca l’amicizia dei suoi compagni di classe. Ha soltanto 12 anni ed è una giovane autistica attirata con l’inganno da chi, giocando sulle sue insicurezze, l’aveva illusa di essere riuscita finalmente a entrare a far parte di un gruppo.
L’invito a uscire tutti insieme
La felicità che Abbie ha provato quando ha ricevuto l’invito di unirsi agli altri durante un’uscita al parco era incontenibile.
La ragazzina ha raggiunto i suoi amici quasi di corsa, ignorando che di lì a poco quei compagni in cui riponeva la sua fiducia, avrebbero trasformato la giornata in un incubo.
Il reportage del Mirror sull’accaduto dichiara che l’aggressione sia stata anche filmata.
I colpi e i calci ricevuti hanno portato la piccola Abbie a perdere conoscenza durante l’aggressione più e più volte.
Quando sua madre Angela si è resa conto che non rispondeva al telefono, si è subito preoccupata e ha compreso che qualcosa non andava.
Si è precipitata al parco ed è lì che ha trovato la piccola sanguinante e terrorizzata. In quel momento, ha chiamato i soccorsi.
Angela era nauseata da ciò che avevano fatto a sua figlia. Ha sperato con tutte le sue forze che la sua piccola riuscisse a sopravvivere che i colpi ricevuti non le avessero causato danni neurologici irreparabili.
La paura del rientro in classe
È passato un anno da allora e oggi Abbie ha compiuto 13 anni. La sua vita è cambiata radicalmente. Da quel terribile episodio, Angela si occupa di sua figlia giorno e notte. Non la lascia mai da sola ed è sempre con lei.
Il rientro a scuola c’è stato dopo un mese. Ma Angela sta pensando di far studiare sua figlia a casa.
La piccola Abbie ormai non ha più fiducia in niente e nessuno, anche perché non riesce a comprendere i motivi di un’aggressione del genere.
Gli incaricati della polizia scozzese impegnati nelle indagini hanno affermato che una coetanea di Abbie, sempre tredicenne, è stata arrestata in quanto sospettata di essere l’artefice di questa storia terrificante.
Quale sarà la sentenza e il percorso giudiziario, non possiamo ancora saperlo.