Il progetto di educazione sessuale per la quinta elementare in una scuola di Ceresara ha scatenato diverse polemiche.
L’incontro con lo psicologo, che risponderà con chiarezza a tutte le domande dei bambini, è previsto per il 31 maggio. Ma alcuni genitori non sono d’accordo. L’associazione Pro Vita famiglie ne ha chiesto l’annullamento.
La preside Anna Raccuia però non si ferma e dice: “Nei giorni scorsi ha fatto un incontro con i genitori e nessuno ha posto obiezioni. Visto che l’adesione è libera, i genitori possono anche non iscrivere i loro figli. Noi vogliamo solo dare un’educazione scientifica e non ideologica ai nostri ragazzi“.
Il sottosegretario Sasso si è espresso in merito: “Questo pomeriggio ho incontrato i rappresentanti delle associazioni delle famiglie che manifestavano davanti al ministero dell’Istruzione, condividendo con loro la preoccupazione per i ripetuti tentativi di infiltrazione che le scuole italiane stanno subendo da parte dei più estremi sostenitori delle ideologie gender“.
“Le forzature sull’attivazione delle carriere alias che mi vengono segnalate quotidianamente sono purtroppo solo la coda di un fenomeno attivo da tempo, che mira a confondere le idee ai nostri studenti, perfino quelli in tenera età, in modo da convincerli a percepirsi non più come maschi e femmine ma come sessualmente fluidi” continua.
“Siamo di fronte a un modo di agire inaccettabile da parte di questi massimalisti delle teorie di genere, che molto spesso si giovano dell’appoggio più o meno consapevole di alcuni dirigenti scolastici. Proprio in queste ore sono al lavoro per impedire che in una scuola di Mantova a bambini di 9-10 anni vengano proposte lezioni di educazione sessuale” prosegue.
“Si vuole turbare la serenità di alunne e alunni piccolissimi con temi assolutamente inadeguati, tanto che gli stessi insegnanti si sono tirati indietro rispetto alla circolare diffusa dalla scuola. Un’operazione – sottolinea Sasso – portata avanti in spregio del buon senso e del patto educativo tra scuola e famiglie. Ho già allertato l’Ufficio scolastico regionale affinché intervenga con la massima sollecitudine. Non può essere consentito uno scempio simile” conclude.