Avrebbe frustato e sottoposto i suoi alunni a dei maltrattamenti davvero disumani. Per il professore, però, il tutto aveva una connotazione umoristica. Non è quanto ha pensato il Tribunale di Grosseto, che invece l’ha condannato.
I fatti sono avvenuti nel 2016 e sono stati segnalati dalla dirigente scolastica di una scuola media. Secondo le ricostruzioni, il professore, una volta, aveva fatto sedere tre alunni vicino alla cattedra, obbligandoli a stare con il corpo piegato a novanta gradi. Successivamente, li aveva colpiti leggermente con un frustino. In un’altra occasione, invece, aveva ribaltato il banco di una studentessa, in quanto, a detta sua, era troppo disordinato. Poi, l’aveva costretta a raccogliere il tutto, sebbene, a causa della scoliosi, fosse costretta a tenere un busto ortopedico che non le permetteva di eseguire tali movimenti. Un’altra volta ancora, invece, aveva fatto stare fuori dall’aula uno degli alunni e gli aveva dato scappellotti e calci agli stinchi.
Insomma, un quadro di maltrattamenti esplicito, di cui sono venuti a conoscenza anche i genitori dei ragazzi. Essi, immediatamente, hanno informato la dirigente scolastica e l’hanno sollecitata a segnalare il caso. Dal canto suo, il professore aveva ritenuto come questi non fossero delle violenze. Come riportato dalla sentenza emessa da giudice, “il gesto di picchiarli a novanta gradi con una cinghia aveva una connotazione umoristica solo per il professore, che ha spiegato di essersi ispirato al film L’Attimo Fuggente“. Nell’opera cinematografica, uscita nelle sale nel 1989, l’attore Robin William interpretava un professore. Il Tribunale di Grosseto, comunque, ha considerato queste azioni come delle forme di abuso, sostenendo come tali metodi di educazione non siano ammessi nelle aule scolastiche. Per questo motivo, l’ha condannato a due mesi con la sospensione condizionale.