Quella di Fioramonti come Ministro dell’Istruzione è stata un’avventura dalla breve durata. Infatti ha lasciato il suo incarico non ritenendosi soddisfatto delle risorse ottenute da destinare all’istruzione. Questo però ha generato qualche dissidio all’interno del Movimento stesso.
«Si dimostra impossibile un confronto critico. Non è ammesso il dissenso, non c’è ascolto. I panni sporchi in famiglia. Per il resto: si tace o si esce. Il mio gruppo mi ha attaccato come se fossi un nemico».
L’ex pentastellato parla a briglia sciolta, sottolineando anche l’inadeguatezza della piattaforma Rousseau e l’eccessivo costo per mantenerla in funzione (circa 1 milione e mezzo l’anno): «È inadeguata, inutilmente costosa , farraginosa. È sbagliato persino il modo in cui vengono poste le domande, declinate in modo da assecondare e incoraggiare risposte prevedibili». Per Fioramonti quindi la piattaforma sarebbe totalmente da rivedere, cambiando persino il modo in cui vada gestita.
Infine conclude il suo intervento, ricordando a tutti cosa era realmente il M5S, in cosa credeva e cosa proponeva: «Acqua pubblica, mobilità sostenibile, ambiente. L’economia del benessere è ciò a cui ho dedicato tutta la mia vita di studi. Serve un’alleanza di governi che puntino al benessere sociale e ambientale, non alla crescita del Pil».
Lucia Azzolina, sempre del Movimento 5 Stelle, ha dunque preso il posto del dimissionario Fioramonti. La 37enne sembrerebbe avere tutte le carte in regola per ricoprire il prestigioso incarico: dopo aver conseguito una laurea in filosofia ed una in giurisprudenza, è divenuta insegnante di ruolo. Nel 2019 infine si dimostra idonea per diventare dirigente scolastico.
Il neo-ministro si è espresso in questi termini parlando di insegnamento: «Se migliori la vita di uno studente, domani avrai un cittadino migliore e tutta la Repubblica ne trarrà giovamento. La scuola non è un onere per lo Stato, è un investimento, è formare menti pensanti, cittadini e non sudditi, è il nostro futuro più bello».