Finalmente i genitori gli avevano concesso il permesso di andare a piedi da solo fino alla fermata dello scuolabus. Era la mattina di venerdì 25 maggio 1979. A Soho, Manhattan. Ed Etan Patz, sei anni, esce di casa con lo zaino in spalle.
Purtroppo Etan, figlio di Stanley e Julie Patz, non arrivò mai a scuola. E così la sua foto comparve sul cartone del latte con la scritta Missing.
Il suo omicidio è stato confessato anni dopo da Pedro Hernandez, 51 anni. Quel giorno tutti iniziarono a cercarlo, insegnanti, compagni di scuola, genitori e parenti.
In quegli anni la polizia non era solita trattare casi di scomparsa di bambini. E le prime ricerche non portarono a nulla. Intanto proprio i genitori battevano palmo a palmo la città e fecero stampare le foto del piccolo sui cartoni del latte.
Quel padre fotografo rese per la prima volta famoso il visetto di un bambino perduto sui cartoni del latte, cosa ancora mai fatta in America. Le immagini del suo bambino così riempirono New York, finendo perfino proiettate sugli schermi di Times Square.
Eppure le ricerche non portarono a nulla, neanche quelle di poliziotti e cani addestrati. Solo nel 1985, quando i Patz ancora non si erano rassegnati, spuntò una pista.
Si trattava di Jose Ramos, amico dell’ex babysitter di Etan e pregiudicato per abusi sessuali su minori. Fu proprio lui a diventare il sospettato numero uno del sequestro Patz. Le testimonianze di alcuni bambini da lui abusati raccontavano di come li attirava nel suo covo, luogo in cui vennero trovate foto di bambini somiglianti a Etan.
Durante gli interrogatori dell’FBI, Ramos ammise di aver rapito un bambino somigliante al piccolo Patz, che aveva visto in Tv, il giorno della sua scomparsa, il 25 maggio 1979. “L’ho portato nel mio appartamento per stuprarlo, ma poi l’ho rimesso sulla metropolitana“. Queste le sue parole, accompagnate da una mappa precisa che mostrò agli agenti, in cui era riportato il percorso che il bus del piccolo Etan era solito seguire.
Ma gli uomini del Federal Bureau non trovarono prove sufficienti per condannarlo. Nel 1991 però si ritrovò in carcere per molestie ai danni di un altro bambino. Dopo oltre vent’anni, i genitori di Etan, nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Etan continuano ad inviare a Ramos un manifesto con la foto del piccolo e un biglietto: “Cosa gli hai fatto?”.
Solo nel 2001 è stata riconosciuta la morte presunta di Etan. Eppure nel 2012 un pregiudicato latino di 51 anni, chiamato Pedro Hernandez si è autoaccusato dell’omicidio del piccolo: “Etan Patz l’ho strangolato io“.
Ed anche suoi parenti testimoniarono che Hernandez aveva confessato pubblicamente, di fronte alla comunità religiosa della sua chiesa in New Jersey, di aver rapito e ucciso il piccolo Etan. Hernandez lavorava in un minimarket dove il piccolo era andato a comprare una soda da portare a scuola. Pare che lo abbia attirato con una scusa e poi aggredito nel buio seminterrato del negozio.
Così Pedro Hernandez venne condannato per il rapimento e l’omicidio di Etan Patz, anche se il suo avvocato abbia tentato di invalidare la confessione appellandosi alla diagnosi di disturbo schizotipico di personalità.
Ad oggi Jose Ramos è nuovamente in cella per aver violato la Megan Law. Pedro Hernandez sta scontando la sua condanna. E nel frattempo il caso Patz è stato trattato in molte pubblicazioni tra cui il libro della giornalista e fotografa, Lisa R. Cohen, After Etan: The missing child case that held America captive.
E dal 1983, il 25 maggio, giorno della scomparsa del piccolo Patz è diventato il giorno della Giornata mondiale dei bambini scomparsi.